Mutilarsi per non morire
Il
Tribunale di guerra ha recentemente condannato a cinque anni di
reclusione
militare un soldato che è andato per le spicce: si è forato
senz’altro il timpano dell’orecchio destro con un chiodo di ferro
da cavallo; ed ha vent’anni ha condannato un altro che si è
spalmato in un occhio la secrezione blenorragica di un compagno […]
Ma non basta le bronchiti sono procurate con protratte inalazioni di
fumo, bruciando paglia, fieno stracci [...] gli ascessi vengono
specialmente prodotti con iniezioni sottocutanee di benzina, petrolio
e perfino materie luride [...] è una sorda lotta per l’esistenza
fra chi vuol costringere l’uomo a morire e l’uomo che si mutila
per non morire.
(Attilio
Frescura, Diario di un imboscato, Bologna, Cappelli 1923, pp.
170-172).
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