La pratica più nobile

È molto difficile percepire la propria natura di Budda, è un percorso, è ichinen, è non perdere la  rotta quando una nuvola diventa tempesta. È un voto, una missione, una stradina di campagna o  un'autostrada paralizzata durante l'esodo estivo.
Eppure noi siamo simultaneità di causa ed effetto, siamo un fior di loto, siamo il fiore e il frutto contemporaneamente. A volte io sento fortemente di essere un Budda vivente, accade in una frazione di secondo o dura più a lungo. Ha un sapore dolce, i colori di mille petali di mahamandara che dondolano scendendo lentamente dal cielo.
Ci sentiamo Budda solo quando parliamo di questa gioia agli altri.
Ma dobbiamo incontrare la vita di una persona per volta, le nostre parole incontrano due occhi, un ascolto, il cuore di un essere umano, poi di un altro e unc altro ancora.
Ci illuminiamo se abbiamo fatto un voto e non potremmo esprimere quel voto se non fossimo già Budda. Nam indica quel voto e simultaneamente la fusione di vita e Legge. Apro la mia vita alla Legge mistica e immediatamente la vita è permeata dalla Legge.
"Se la nostra mente è la stessa di quella del Budda e noi desideriamo dedicarci sinceramente alla causa di kosen rufu, spinti da un amore sincero per gli esseri umani, dobbiamo necessariamente sviluppare l'azione di shakubuku, la via migliore per realizzare la felicità individuale e contémporaneamente dare un contributo alla prosperità della nazione. Ritengo che lo shakubuku sia la più nobile forma di pratica corretta"(Josei Toda în MDG, 1, 34).
Alessia l'ho conosciuta all'università, a un serissimo corso di storia della scrittura antica. Avrà pensato che ero un perfetto deficiente perché passavo buona parte del tempo a sghignazzare con Stefano, il mio amico di sempre. Per un po' abbiamo continuato a frequentarci in biblioteca, poi ci siamo persi di vista. Diversi anni dopo ci siamo incontrati casualmente all'Auditorium a una giornata di musica per i bambini, lei con le figlie e io con mio figlio Niccolò, dilaniato nella mia nuova vita di padre separato. Due settimane fa la rivedo che esce dal mio ufficio: «Che ci fai qui?» «Ho appena ritirato copia del contratto di locazione, abbiamo affittato l'appartamento di mia madre». "Ma io lavoro qui!". "Sul serio?! lo sto pensando di vendere la mia casa in questo quartiere, sai mi sono separata da poco, vorrei cercare qualcosa di diverso, una casa più luminosa, per cambiare, per le mie figlie..." Aveva gli occhi tristi ma limpidi. Ci siamo dati appuntamento a casa sua per una valutazione dell'appartamento e abbiamo parlato a lungo. Sono tornato da lei dopo aver misurato la piantina catastale con in mano una copia di Felicità in questo mondo e una dedica.
Risentendola giorni dopo mi disse che Nam myoho renge kyo aveva un suono affascinante e antico ma che il libretto l'aveva appena cominciato. Ci siamo rivisti a pranzo da lei per riparlare dell'ap partamento, è stato piacevole. Al momento di andare via le ho proposto di prendere due sedie e recitare quella frase antica. Abbiamo recitato cinque minuti e in quel momento la sua voce era limpida come i suoi occhi. Dopo averle mandato un sms in cui le dicevo quanto fossi stato felice di quell'incontro, ho ricevuto questa risposta: "Grazie a te. Anche per me è stato emozionante. Mi ha fatto stare bene. A presto. Alessia"
Jacopo Minio Paluello BS n.147 pag 31

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