Altopiano di Asiago, battaglia dell'Ortigara. - Monte Zebio, Martedì 19 giugno 1917

"Muovendo dai pressi della "Lunetta", il 1°/ 256° punta sul ciglio dello Zebio fra q. 1626 e q. 1673, cioè la selletta che unisce il formidabile ridotto di q.1706 alla schiena sommitale del monte; lo segue il 3° battaglione [...] La Relazione Ufficiale italiana afferma che la prima ondata fu quasi totalmente distrutta, mentre le successive furono arrestate da intenso fuoco d'artiglieria, di mitragliatrici e da lancio di bombe a mano; altri tentativi sempre s'infransero contro questa fitta barriera di ferro e di fuoco.
Racconta il S.Ten Castelli del 256° fanteria:
[...] I battaglioni avanzati , ormai decimati dalle forti perdite, rimangono fermi, inchiodati sul terreno; il battaglione di rincalzo, ancora in posizione sul vecchio trincerone, viene quasi annientato dal fuoco di repressione di altre batterie entrate nel frattempo in azione.
In un momento di tregua percorro il camminamento - trincea che immette nelle postazioni delle mitragliatrici, essendo in precedenza caduti o feriti gravemente i miei colleghi della compagnia [...]
A sera un Colonnello, un Sottotenente, una ventina di fanti con pochi caricatori ancora nelle giberne e qualche bomba a mano nel tascapane, una mitragliatrice appena efficiente con poche centinaia di cartucce disponibili, presidiano la prima linea di Monte Zebio ormai divenuto ombra muta, tomba di tanti umili eroi...
Ed è possibile ai superstiti dei due battaglioni avanzati radunarsi sul trincerone di partenza.
Il 1° ed il 3°/ 240° in pari tempo si dirigono da est direttamente verso le q.1673 e q.1706, risalendo con successive ondate gli scoperti pendii dominati dalle posizioni avversarie.
Attraverso le brecce praticate nella fascia del reticolato, i reparti di punta irrompono sugli obbiettivi, ma vengono pressoché distrutti dal fuoco infernale delle mitragliatrici incavernate, cui si aggiunge con prontezza il ben centrato tiro d'interdizione dell'artiglieria. 
Alle 15.30 sopraggiunge di rincalzo il 2°/ 239°, il cui intervento non muta le sorti del combattimento. 
Più a settentrione, il 3°/ 145° fanteria tenta di convergere da nord- est su q.1706, rimontando gli scoscesi pendii che sostengono questo risalto roccioso. Due ondate ,formate ciascuna da una compagnia si lanciano all'attacco, sfidando la reazione avversaria; individuato un unico e angusto varco nei reticolati, alcuni arditi nuclei vi si infilano e giungono sulla trincea avversaria, dove sono in parte distrutti ed in parte catturati.
"La notte sopraggiunse, conclude la Relazione Ufficiale Italiana,  senza che i generosi sforzi dei battaglioni lanciati all'attacco potessero conseguire alcun successo".
Purtroppo questa generosità costa ben cara alla 13a divisione, che perde 10 ufficiali morti, 52 feriti e 1 disperso; 337 militari morti, 1126 feriti e 121 dispersi. 
La linea dello Zebio dimostrò ancora una volta, dopo le brucianti esperienze del 1916, la sua inespugnabilita`.
Questo del 19 Giugno sarà l'ultimo grande attacco in questo martoriato settore.
Nello stesso giorno, il 19 Giugno 1917, le truppe della 52^ divisione conquistano la q. 2105 del MONTE ORTIGARA. 
Bibliografia:  GIANNI PIEROPAN "Ortigara 1917" Il sacrificio della sesta Armata. Ediz. Mursia 1974 - "Ortigara 1917" Dalla parte degli austriaci Ediz. Mursia 1984


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