Il primo giorno di terrore - Isonzo, prossimità del fiume il 12 giugno 1915
Il
37° e 38° Fanteria avanzavano nel monte di rimpetto a noi, le
pallottole del fuoco nemico venivano tutte [inviperite] a fischiare
vicino a noi, e una barbaramente tolse la vita di un mio compagno che
mi resterà molto caro, che tutt'ora è impresso nella mia mente. Il
fiume Isonzo restava a qualche centinaio di metri, nella collina
davanti dove combattevano dalla mattina all'alba, fino alla sera, si
sentivano quei poverini feriti che da ore si trovavano feriti e che
nessuno gli dava un soccorso, si trovavano stesi al suolo nel campo
di battaglia ancora sotto il fuoco nemico. Si lagnavano chiedevano
soccorso, chiamavano la mamma, ma nessuno gli rispondeva; questo fu
il primo giorno di terrore, di spavento, e senza volerlo si sentiamo
cascare le lacrime dagli occhi. Nella sera nell'imbrunire, cominciò
lo sfilamento dei feriti: ambulanze tirate dai cavalli, automobili e
quelli leggeri venivano a piedi, fu un continuo per tutta la notte,
tutto il giorno dopo.
Dal
diario di Augusto Aglietti militare, 125° reggimento fanteria,
brigata Spezia, caporalmaggiore (aiutante di sanità)
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