Arriva la bomba - Capriva del Friuli (GO) il 23 giugno 1915
Il
22, che siamo arrivati qui in prossimità di Capriva, si è preparata
la batteria per il tiro che doveva essere incominciato il giorno
23.
Infatti
oggi si è incominciato verso le 2 dopo mezzogiorno. Non si è
soltanto noi, ma circa 39 batterie a tirare, ed è un continuo
sparare di cannonate. Però questo giorno mi sarà indimenticabile, e
credo sarà il più critico di mia vita. Poco dopo, incominciato il
nostro fuoco, il nemico deve averci visto, perché ci ha subito
risposto con colpi aggiustatissimi. Il 4° pezzo è stato il più
bersagliato. Il primo proiettile è cascato un po’ indietro e a
destra, il secondo proprio lì a solo qualche metro dalla bocca del
fuoco, e di questo passo hanno seguitato per diverso tempo. Noi,
quando si sentiva il proiettile arrivare dal sibilo, ci si riparava
dentro alla trincea che era scavata dietro al pezzo, ma a che cosa
avrebbe servito quella se la granata fosse venuta lì sopra? Io,
siccome ero operaio della 2° sezione, potevo stare tanto al 4°
quanto al 3° pezzo, e siccome ho veduto che il pericolo era maggiore
al 4°, mi sono ritirato all’altro che era distante circa 20 metri,
una si piccola distanza non aveva, si può dire nessun valore, ma mi
sembrava di essere più sicuro!... È impossibile, descrivere e
immaginare l’impressione che faccia il sibilo del proiettile al
momento che arriva. Sembra che voglia arrivare dappertutto, e in
nessun posto si sia al sicuro, ed infatti è proprio così perché
per le granate in qualsiasi posto non si può dire di essere sicuri.
Quelle trincee che avevamo fatto servivano bene per gli shrapnels e
per le schegge di granate quando ricascavano, ma per null’altro;
eppure per noi era l’unica speranza di salvezza.
Dal
diario di Giuseppe Rondoni militare, artiglieria
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