I trattati di pace e i nuovi stati nazionali
Nel gennaio del 1919 si riunirono a Parigi i delegati degli stati vincitori,
con l’intento di dare all’Europa un nuovo assetto. Il presidente americano Wilson, già redattore dei famosi “14 punti”, suggerì di istituire la
“Società delle Nazioni”, una sorta di ONU ante litteram, di cui avrebbero fatto parte i paesi vincitori e quelli neutrali, che avrebbe provveduto ad assicurare la libertà a la sicurezza dei popoli senza dover
ricorrere alla guerra come mezzo di risoluzione delle vertenze tra stati,
come invece era avvenuto fino a quel momento. I paesi sconfitti, per
il momento, ne venivano esclusi.
I principali trattati stipulati tra i paesi vincitori e quelli vinti furono i
seguenti:
Trattato di Versailles con la Germania, che dovette rinunciare a tutte
le sue colonie, cedere l’Alsazia e la Lorena alla Francia, alcune regioni
orientali alla Polonia, ricostituita come stato autonomo, ed alcune regioni alla Danimarca; dovette impegnarsi a pagare i danni di guerra,
calcolati in circa 260 miliardi di marchi oro, a ridurre il proprio esercito
a non più di 100.000 uomini, a rinunciare alla flotta che sarebbe stata consegnata all’Inghilterra, ed infine riconoscere l’annullamento dei
trattati di pace di Brest-Litovsk, stipulati con la Russia.
Trattato Saint-Germain con l’Austria-Ungheria, che ne prevedeva
lo smembramento nelle repubbliche di Austria (ridotta a soli 6 milioni di cittadini), Ungheria, e Cecoslovacchia, nonché la cessione dei
territori di lingua italiana al Regno d’Italia, di quelli di lingua slava di
Croazia, Bosnia ed Erzegovina, e Slovenia al neo costituito Regno
dei Serbi, Croati e Sloveni che avrebbe assunto la denominazione di
Jugoslavia; in tal modo il Regno d’Italia si assicurò quasi totalmente i
territori pattuiti in seguito alla stipula del patto di Londra dell’aprile del
1915, soprattutto Trento e Trieste.
Trattato di Trianon con l’Ungheria, che dovette cedere una parte
della Galizia alla Polonia ed una alla Cecoslovacchia, la Transilvania
alla Romania, alcune zone a sud al neo costituito Regno di Jugoslavia, ed infine riconoscere Fiume come stato indipendente.
Trattato di Sèvres con la Turchia, che dovette rinunciare a tutti i
possedimenti in Europa ad eccezione di Costantinopoli, cedendone
parte alla Grecia, parte alla Francia e parte all’Inghilterra sotto forma
di mandati, come la Siria, la Mesopotamia e la Palestina, mentre l’Armenia e l’Arabia furono dichiarate indipendenti.
Trattato di Rapallo tra il governo italiano e quello jugoslavo: la città di
Fiume fu riconosciuta stato indipendente, l’Italia avrebbe rinunciato a
tutta la Dalmazia in favore della Jugoslavia ad eccezione di Zar.
Dal Piave all'Isonzo - fiume della Memoria - Progetto Comune di Gorizia - Da teatro di guerra a laboratorio di pace -
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