Cesare Ermanno Bertini Battaglia dell'Ortigara 25 giugno 1917

Correva il 23 di giugno quando io ed il mio carissimo amico Pacchini di Spezia fummo ammessi al corso ufficiali ma la sorte mi fu avversa perché non potei prendervi parte. Il 27 dovevamo partire per Treviso ma improvvisamente il 25 venne l'ordine di andare di rincalzo: gli austriaci avevano contrattaccato poderosamente Cima Ortigara!
In fretta e furia ci mettemmo in assetto di combattimento ogni soldato adempì al proprio compito col mettersi sulle spalle la mitragliatrice chi il treppiede altri la cassetta delle munizioni insomma l'intero equipaggiamento del mitragliere!
E' pronta la sua sezione chiesemi il Tenente-
-Signorsì- risposi con voce tremante per l'impressione che io internamente provano in quel momento. Era da parecchio tempo che silenziosamente la Brigata "Regina" sfilava per i camminamenti venuto il turno pure la mia compagnia cominciò a sfilare.
Allora mi avvicinai a Pacchini lo salutai e stavo per baciarlo quando con modo brusco mi respinse. -Sciocco- mi disse - non è così che devi salutarmi domani ci rivedremo - e stringendomi fortemente la mano mi disse: - In gamba Bertini!
Io partii ma in quello stato d'animo? Ormai avevo intuito che l'ultima mia ora stava per suonare! Non mi fermo a descrivere minimamente ciò che passai perché troppo mi ci vorrebbe si sappia solo che la sera del 25 giugno fu una serata d'inferno!
Quella sera l'Ortigara era tutta in fiamme: i soldati erano confusi in una mischia furiosa sul nostro corpo si riversava una terribile tempesta di ferro e fuoco!
A stento potemmo praticare i camminamenti passando sui corpi dei morti dei feriti e gli agonizzanti, le granate scoppiavano ogni dove e col loro fragore assordante ci facevano impazzire per il terrore!
Ma che importava. Dovevamo avanzare lo stesso ed ad ogni costo, ricacciare il nemico dalle nostre posizioni perciò lasciar cadere chi cadeva ma continuare! Eravamo in terreno scoperto battuto da granate shrapnels fuoco di mitragliatrice o fucileria quando rimasi ferito alla coscia sinistra forata da una pallottola: per l'acutissimo dolore caddi vedendo fuoco o sangue in ogni dove poi invocai la fanciulla del mio cuore...- ripetutamente chiamai la mamma!- poi...svenni!
Testimonianze della Grande Guerra – Archivio storico Disma – Regione Veneto

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