Venezia FC: La Nuova Venezia - Novellino entusiasta: "Il mio Zanetti merita la promozione e io verrò alla festa"

«Faccio il tifo per Zanetti, può portare il Venezia in Serie A». Wallter Novellino ha legato il suo nome al club arancioneroverde riportandolo nel 1998 nel massimo campionato e poi a una trionfale salvezza nel segno di Alvaro Recoba. Novellino è però legato anche al tecnico del Venezia che è stato un suo giocatore nel Torino, tra il 2007 e il 2009, quando il centrocampo granata comprendeva anche Corini e Simone Barone. «Zanetti e Dionisi sono gli allenatori che più mi piacciono in Serie B, a Corini sono legato affettivamente, ma se devo scegliere tra Venezia e Lecce, non ho dubbi su chi tifare. La panchina? Mi manca terribilmente, ho ancora tanta voglia di allenare». Sessantasette anni, Walter Novellino ha vinto il campionato di Serie B con Venezia (1998), Napoli (2000), Piacenza (2001) e Sampdoria (2002), è ritornato (acclamatissimo) al Penzo da avversario tre anni fa alla guida dell'Avellino, ha guidato per 10 partite il Catania in Serie C da febbraio a giugno due stagioni fa.
«Empoli e Venezia sono le due squadre che mi piacciono di più, giocano molto bene, anche se Zanetti non è polarizzato su un unico sistema di gioco. La duttilità tattica del Venezia è impressionante, l'ho visto giocare con il 4-3-1-2, con il 4-3-3, ma anche con il 4-2-3-1, cambiare volto di partita in partita, ma anche all'interno dello stesso incontro. Una poliedricità che può tornare comoda nel rush finale del campionato affrontando avversari con sistemi di gioco diversi».Come Novellino, anche Zanetti però non prescinde dai quattro difensori, anche se il tecnico perugino ha vinto il campionato di Serie B con il 4-4-2 e due "mastini" in mezzo al campo come Iachini e Miceli. «Zanetti si vedeva già da calciatore che avrebbe sfondato da allenatore il giorno in cui si fosse ritirato. Non è un caso se per il secondo anno di fila è il tecnico più giovane della Serie B. E' una persona che merita tanto, che mi ha aiutato molto sul piano umano quando eravamo al Torino. Il Venezia produce un calcio molto propositivo, a volte anche con quattro attaccanti, ma cercando di conservare sempre gli equilibri tra i reparti. E' una delle squadre che produce più occasioni da rete e ne concede poche».Bravo Zanetti, ma non solo. «Un allenatore deve avere una società forte alle spalle, che lo protegga nei momenti di difficoltà.
Io ho avuto a che fare con Zamparini è vero, ma sapevo di avere lo scudo di direttori sportivi come Beppe Marotta e Gianni Di Marzio. Io non conosco il nuovo presidente del Venezia, ma avere due persone come Collauto e Poggi alle spalle è un valore aggiunto per Zanetti e per la squadra. Inoltre sono stati loro due ad allestire questa rosa, pescando anche tanti giocatori all'estero, ma tutti votati a un obiettivo comune, con la "fame" di vittorie che animava anche i miei giocatori di quel campionato che ci portò in Serie A».E se Zanetti dovesse centrare la promozione come Novellino e Prandelli? «Sarei felicissimo per Paolo, se lo meriterebbe. Avrei una sola richiesta: vorrei essere invitato alla festa per l'eventuale promozione in Serie A. Sono passati tanti anni, ho girato tante squadre e ottenuto altri successi, ma Venezia e il Venezia mi sono rimasti nel cuore».
Michele Contessa

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