La Repubblica di Salò
Il
23 settembre del 1943 Salò, un piccolo paese sulla sponda
occidentale del lago di Garda, in provincia di Brescia, divenne
famoso in tutto il mondo. Benito Mussolini, appena liberato dalla sua
prigione sul Gran Sasso, durante l’invasione degli inglesi e degli
americani, lo scelse come sede di alcuni uffici e ministeri del suo
nuovo governo. In poco tempo quel paesino sconosciuto divenne il
sinonimo del nuovo stato che Mussolini aveva creato: la Repubblica
Sociale Italiana (RSI).
La
RSI, o Repubblica di Salò, fu insieme l’ultima incarnazione del
regime fascista e un disperato tentativo di ritorno alle origini del
fascismo. Voleva essere il luogo in cui realizzare una “terza via”
tra socialismo e capitalismo, ma di fatto fu uno stato fantoccio
della Germania nazista, incapace di esercitare un vero e proprio
controllo sul suo territorio: un caos di bande armate e
semi-indipendenti in lotta contro i partigiani e a volte anche tra di
loro.
Perché
a Salò?
Il
governo della Repubblica di Salò era decentrato e sparso per gran
parte dell’Italia del nord. Mussolini risiedeva a Villa Feltrinelli
a Gargnano, il ministero delle Finanze e quello della Giustizia
avevano sede a Brescia, quello dell’Economia a Bergamo, a Venezia
c’era il ministero dei Lavori pubblici mentre le Comunicazioni
avevano sede a Verona. Formalmente la capitale del nuovo stato era
Roma, ma i tedeschi non permisero mai che vi si insediassero dei
ministeri e impedirono tutti i tentativi dei leader fascisti di
visitare la capitale.
Il
soprannome “Repubblica di Salò” nacque in un certo senso per
caso. A Salò avevano sede il ministero degli Esteri, quello della
Propaganda (il famoso MINCULPOP), oltre all’agenzia Stefani,
l’agenzia stampa ufficiale del regime, e gli uffici dei
corrispondenti. Le principali comunicazioni del governo insieme ai
comunicati giornalistici erano inviati da Salò, e quelli dei due
ministeri cominciavano con le parole “Salò comunica”. Il nome di
Salò finì quindi col diventare un sinonimo del governo stesso.
La
Repubblica Sociale Italiana
Il
nuovo governo creato il 23 settembre era per i tedeschi
un’opportunità e un fastidio allo stesso tempo. Era un’opportunità
perché il nuovo governo avrebbe potuto occuparsi
dell’amministrazione civile e delle funzioni di polizia,
permettendo ai tedeschi di concentrarsi nel fermare l’avanzata
anglo-americana nel sud Italia.
Era
un fastidio perché se avesse esercitato un potere effettivo avrebbe
potuto mettersi tra i tedeschi e i loro obiettivi. Nel 1943 la
Germania nazista non considerava più l’Italia un alleato
affidabile: ai tedeschi interessava che la Repubblica di Salò
pagasse le spese per mantenere le forze di occupazione della Germania
e contribuisse a reclutare manodopera per il lavoro forzato. Di fatto
la Repubblica di Salò fu un governo fantoccio, controllato dalle
forze di occupazione tedesca.
La
breve storia di Salò
Le
origini della RSI furono molto travagliate. Dopo il colpo di stato
del 25 LUGLIO 1943 Mussolini fu arrestato e trasferito continuamente
in varie località nel timore che i tedeschi tentassero di liberarlo.
Il 16 settembre, quando il re era oramai fuggito a Brindisi e tutta
l’Italia a nord di Napoli era di fatto controllata dall’esercito
tedesco, Mussolini fu liberato. Si trovava a Campo Imperatore, sul
Gran Sasso, sorvegliato da una guarnigione di carabinieri. I tedeschi
lanciarono un reparto di paracadutisti sullo stretto altipiano dove
sorgeva l’albergo in cui Mussolini era detenuto. Catturarono la
guarnigione senza sparare un colpo e lo liberarono.
Mussolini
fu portato in Germania, dove incontrò i pochi gerarchi fascisti che
erano fuggiti dall’Italia dopo il 25 luglio. Secondo i racconti di
numerosi testimoni, apparve stanco e rassegnato: dovette essere
convinto a rivolgersi agli italiani con un messaggio radio e fu solo
in seguito a molte pressioni che decise di fondare la Repubblica
Sociale Italiana e mettersene a capo.
Lo
stato avrebbe dovuto essere “repubblicano, corporativo e fascista”,
in altre parole avrebbe dovuto rappresentare un ritorno alle origini
del movimento rivoluzionario degli anni Venti – origini che,
secondo gli storici, il fascismo abbandonò quando divenne un partito
di governo “istituzionale”. In realtà quasi tutte le grandi
riforme che avrebbero dovuto trasformare lo stato, compresa la nuova
costituzione fascista, rimasero sulla carta: la RSI impiegò la
maggior parte delle sue energie a cercare di ottenere un po’ di
autonomia dai tedeschi e nella lotta contro il movimento partigiano.
Le
sue milizie aiutarono spesso i tedeschi nei rastrellamenti e furono
responsabili di numerosi crimini di guerra. Alcune formazioni della
RSI, come la “banda Koch”, si comportarono come vere e proprie
bande criminali che più che alla guerra pensavano a compiere
estorsioni e ricatti. La Repubblica cadde non appena l’esercito
tedesco abbandonò l’Italia, nell’aprile del 1945. Era durata 19
mesi, senza mai esercitare un potere di fatto. Formalmente fu
disciolta il 29 aprile 1945. Il giorno prima il suo capo, Benito
Mussolini, era stato ucciso.
Perché colpo di stato? Mussolini fu destituito dal Gran Consiglio del Fascismo, in pratica venne "sfiduciato", poi fu destituito dal Capo dello Stato, si può discutere dell'arresto, ma tecnicamente non è un colpo di stato.
RispondiElimina