Venezia FC: Una squadra sprecona e autolesionista

Sono questi i due aggettivi che meglio rappresentano il cammino del club arancioneroverde in gran parte delle 15 giornate fin qui disputate. 
Di rado si è vista una neopromossa passare in vantaggio ben 7 volte su 15 e portare a casa solo cinque punti da tali inizi benauguranti. 
I conti sono presto fatti: solo sbloccando il risultato contro il Genoa (2-0) si è ottenuto il bottino pieno; mentre con Monza e Como è arrivata una coppia di 2-2. 
Nelle altre quattro sfide in esame, c’è stato invece un doloroso ribaltamento di fronte definitivo che ha lasciato in dote 0 punti e una classifica monca. Se con le due squadre romane all’Olimpico (2-1 contro la Roma e 3-1 contro la Lazio all’esordio di questa Serie A Enilive) la delusione può essere mitigata solo dal blasone dell’avversario, lo stesso non può essere accettabile per due scontri diretti fondamentali: il duplice 2-1 contro Hellas Verona e Parma.
Ma quale fenomeno può spingere la squadra a sciogliersi e subire la rimonta anziché ottenere ancora più forza e caparbietà una volta sbloccato il punteggio?
In primis la qualità tecnica, che inevitabilmente va a minare anche la sicurezza complessiva di squadra.
Spesso infatti, le rimonte subite non sono nate da ariosità ed estrema superiorità dell’avversario, quanto piuttosto a goffi infortuni individuali dei singoli.
Come risolvere il problema? Per le carenze collettive - come appena descritto per gli atavici problemi da corner - è stato mister Eusebio Di Francesco a trovare (magari con un po’ di ritardo) la soluzione nel complesso. 
Difficile - se non con allenamento e maggiore concentrazione - limare viceversa le mancanze individuali: questi sono i giocatori a disposizione e al di più si spera si possa inserire in organico qualche giocatore più esperto/smaliziato/talentuoso a gennaio. 
Ovviamente nulla può essere imputato all’impegno dei componenti della rosa: in serie A ci è arrivata con i propri sforzi, ma il gap con avversari più rodati era da mettere ampiamente in preventivo.
Il fatto poi che la “rimonta subita” sia stata ripetuta più volte, non aiuta anche a livello di nervosismo e gestione delle fasi di gioco (dove qui effettivamente lo staff tecnico deve infondere fiducia e competenze) con spettri che si possono addensare al primo evento nefasto incontrato (solo contro Udinese e Como si c’è stata infatti la forza di proporre una contro-rimonta).
In secondo luogo, la condizione atletica e i cambi a disposizione. 
Non è mistero che una squadra sulla carta tecnicamente inferiore possa sopperire ad alcune mancanze usando più gamba e grinta, ma quanto impatta a livello fisico? 
In quasi tutte le partite, si è avuta la sensazione che attorno al 60/65’ l’Unione fosse sempre in debito d’ossigeno, con arretramento del baricentro di almeno una ventina di metri. 
Il dispendioso pressing chiesto anche al centravanti di squadra (visto sia da Joel Pohjanpalo, ma all’inizio da Cristian Gytkjaer contro Lazio e Fiorentina) toglie nel tempo lucidità e prontezza decisionale ai ragazzi.
E qui si arriva ad un dilemma: errori di mister Eusebio Di Francesco nel non cambiare prima/in tempo o valore delle seconde linee talmente inadatto da non poter attingere a forze fresche? 
Nelle ultime partite, l’impianto titolare pare infatti ben definito, così come purtroppo pare ben definito anche chi sia proprio esautorato dalle rotazioni della panchina. I Giocatori utilizzati sono sempre quei 15/16.
Sono due situazioni da sistemare sicuramente con un mercato un po’ più spregiudicato, con armi in corsa più funzionali al gioco del mister. Da valutare che sostanze ci possano essere in cassa per poter puntellare la squadra in questi termini.
Il Venezia è lì - nel gruppone - e con una salvezza a un tiro di schioppo. 
Si ha la sensazione già da ora che qualche punto in più sarebbe stato ampiamente meritato: serve uno sforzo ulteriore per giocarsela fino in fondo e non sentirsi a Natale vittime di un destino già scritto.
di Arancioneroverdi United comunity

Commenti

Post popolari in questo blog

I cadaveri del Sei Busi - Monte Sei Busi, Ronchi dei Legionari (GO) il maggio 1916

Legati alle mitragliatrici, monte Santa Caterina Slovenia 15 giugno 1916

In media due morti al giorno Monte Pallone Asiago (VI) 1917