Venezia FC: «Venezia, a molti mancavano le motivazioni così abbiamo deciso di cambiare quasi tutto»

Come riassumere il mercato rivoluzionario del Venezia? Il direttore sportivo Filippo Antonelli dà la risposta: basta il piattume visto, specie contro il Sudtirol, serviva una scossa. Una scossa di terremoto bella forte, perché della squadra vista nel girone d'andata è rimasto ben poco. Così Antonelli ha preso in mano la situazione e ha deciso di ribaltare tutto. Ora la palla passa al tecnico Paolo Vanoli che dovrà amalgamare il tutto come uno chef stellato e Antonelli è stato chiaro: abbiamo i mezzi per salvarci.
SITUAZIONE
In questo mese, si è parlato di buchi di bilancio e così via, ovviamente ripianati dalla società, ma visto l'andamento delle 22 partite con 21 punti all'attivo, Antonelli ha scelto la scelta drastica. E dopo la sconfitta interna con il Sudtirol ,dove non si è mai tirato in porta, si è deciso d'intervenire. «Il mercato di gennaio è particolare», spiega ,«e difficile. Il piano A era capire il valore della rosa, potenzialmente forte e quello B, che ci ha spinto a cambiare, vista la classifica e l'alchimia del gruppo. Qualcosa non funzionava. Servivano giocatori motivati; dopo l'iniziale effetto Vanoli, che sta lavorando bene dalla mattina alla sera, abbiamo spinto per cambiare delle situazioni. Dopo il Sudtirol, ho visto diverse frustrazioni nel modo di affrontare una gara decisiva e ho deciso di cambiare strategia». Insomma, la gara con i bolzanini potrebbe essere la svolta della stagione, se davvero da quel momento si è scelto di invertire la rotta. «Ho fatto un progetto tecnico con raziocinio, cercando di fare delle cose con un senso», aggiunge Antonelli, «e non tanto per farle. Non volevo giocatori poco motivati sul presente ma, soprattutto, del futuro Venezia. Per noi inizia un nuovo campionato; c'è poca gente della vecchia guardia, su quelli rimasti crediamo parecchio e quelli arrivati adesso, dovranno dare energia e fiato al gruppo. È un messaggio che rivolgiamo a città, tifosi e stampa: c'è tutto da giocare. Credo nel lavoro quotidiano».
VIA I BIG
Hanno fatto rumore le cessioni di molti giocatori storici e spina dorsale della squadra. Antonelli svela i dettagli. «Crnigoj ha fatto molto per il Venezia e ci ha espresso il desiderio di andare a giocare in Serie A e, davanti a questa occasione con un contratto importante, la Salernitana ci ha dato un prestito oneroso e abbiamo preso Milanese». Su Ceccaroni c'erano altri piani. «Era il nostro capitano, tanti agenti mi hanno pressato», aggiunge «e lui ha chiesto di poter tornare in Serie A. Avevamo fatto venire qui Zeegelaar per le visite mediche e pensavamo potesse essere un ricambio per Ceccaroni. Poi, viste come sono andate le cose, non me la sono sentito di prenderlo perché era fermo da sei mesi e abbiamo dirottato su Carboni e Sverko. Su Haps, espulsione di sabato non c'entra, ma è stato solo un discorso numerico».
BUSIO E L'ATTACCO
Sull'americano si era parlato di una possibile uscita ma, come dice Antonelli, il Pisa aveva proposto uno scambio con Ionita. «È un ottimo giocatore, ma crediamo molto in Gianluca. Non volevamo cederlo in prestito». E sull'attacco. «Redan è un 2001, ci vorrà del tempo ma puntiamo, piuttosto, su Novakovich, Pierini, Johnsen. Non abbiamo trovato una punta che ci piacesse più delle nostre, Pohjanpalo è uno dei leader, Novakovich è in crescita, Pierini e Johnsen vogliono fare bene. Mi aspetto molto pure da lui, come da Cheryshev: quando è stato bene, ha fatto gol». Il mercato in uscita non è finito; grazie a una partnership con i finlandesi del Kotka, Sandberg, Pecile e De Vries andranno lì per giocare.
Chance per Hristov Carboni e Milanese.Vanoli ci pensa
Messo da parte il mercato, ora a parlare sarà solo il campo. E Paolo Vanoli dovrà salvare il Venezia con gli uomini con una rosa rivoluzionata. Domani si andrà a Benevento e sarà una squadra del tutto diversa da quella vista sinora. Intanto la difesa sarà nuova, visti gli arrivi di Hristov e Carboni, che andranno a sostituire Wisniewski e Ceccaroni. A centrocampo, spazio sulle corsie esterne a Zampano e Beghetto, in mezzo ci dovrebbero essere Jajalo con Milanese e Busio a supporto. Pohjanpalo è una certezza lì davanti, mentre a supporto potrebbe esserci ancora Johnsen. Intanto sarà Juan Luca Sacchi a dirigere l'incontro di domani alle 14 al Vigorito. Come assistenti ci saranno Domenico Fontemurato di Roma e Tiziana Trasciatti di Foligno. Quarto uomo sarà Davide Di Marco di Ciampino, alla Var agirà Maurizio Mariani di Aprilia, all'Avar Sergio Ranghetti di Chiari.
"Tanti giocatori senza stimoli, un bene che se ne siano andati"
La rivoluzione di gennaio? Sarebbe stato meglio farla l'estate scorsa. Ma una ripulita era necessaria. I tifosi del Venezia non vedono poi così male il cambio di rotta della società, che nel mercato invernale si è liberata di qualche totem dall'ingaggio pesante, vedi Ceccaroni, Fiordilino, Crnigoj, oltre a Wisniewski, Cuisance e Haps.«Penso che possa essere la svolta della stagione» dice il presidente di Club Pattuglia Angelo Torresin, «perché, rivoluzionando tutto, magari ora iniziamo a fare punti. Si era detto che c'erano tanti stranieri? Ora sono arrivati degli italiani. Proviamo a salvarci sino all'ultimo e, vada come vada, non sarà colpa del tecnico Paolo Vanoli».Anche ai rappresentanti di Alta Marea non dispiace la scelta partita da viale Ancona. «Chi c'era sinora non ha fatto bene», analizza Franco Vianello Moro, «e se abbiamo 21 punti, un motivo ci sarà. In troppi non avevano più stimoli. C'era la questione bilancio da affrontare e ora ci sarà un amalgama da trovare e un po' si pagherà dazio. Serviva un direttore sportivo già dalla scorsa estate: è evidente che il problema non è l'allenatore ma i giocatori scelti dalla società». Nonostante i tanti cambi, per Vianello Moro la coperta resta corta. «Siamo corti a centrocampo», prosegue, «e serviva una seconda punta forte». Anche Cecilia Tonon non crede sia stato un male ribaltare tutto. «Ho letto commenti molto negativi su questo mercato», commenta, «mentre credo non sia sbagliato liberarsi di giocatori che non hanno le giuste motivazioni e, in più, pesano sul bilancio della società. Trovare giocatori nuovi con maggiori stimoli, credo potesse essere l'unica cosa da fare.
Anzi, questa operazione andava fatta sei mesi fa e non ora, e ci vorrà davvero una magia per amalgamarli e creare una squadra».A Tonon fa specie vedere qualcuno con un'altra maglia. «Mi riferisco a Crnigoj e Ceccaroni», continua, «perché avevano dimostrato attaccamento alla nostra maglia. Altri, che non si sono dimostrati vicini al Venezia, sono rimasti. Spero che si riesca a creare uno spogliatoio e una squadra veri, che sono mancati nell'ultimo anno e mezzo». A proposito di saluti, Ceccaroni, sbarcato a Lecce all'ultimo giorno di mercato, non dimentica i colori arancioneroverdi, facendo riferimento anche alla promozione del 2021 e ringraziando tutti, dalla società ai compagni alla dirigenza e ai tifosi. «Non so se in futuro le nostre strade si rincontreranno», scrive su Instagram, «ma per il momento vi posso solo ringraziare per quello che mi avete dato».

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