Venezia FC: Niederauder da i poteri ad Antonelli

L'annunciato blitz del presidente Duncan Niederauer in laguna dura poco più di tre giorni. Giusto il tempo per sentire che l'aria è finalmente cambiata, vedere il suo Venezia vincere per la prima volta al Penzo e investire Filippo Antonelli come nuovo direttore sportivo, ma con pieni poteri sia in area tecnica che commerciale. Quest'ultima una svolta netta rispetto alle scelte operate in estate dopo l'epurazione di Collauto e
Poggi, col timone del mercato lasciato in mano alla triade Menta-Donati-Molinaro, anche se il presidente statunitense nega che in realtà ci sia stato un cambio di strategia nella sua gestione del club: «La strategia non è cambiata - dice Niederauer, che approfitta della presentazione del nuovo diesse al Novotel per fare anche il punto della situazione - solo che ora si è presentata l'occasione per portarla a compimento. Cercavo da un anno una figura come quella di Antonelli, perchè Menta e Donati sono molto competenti in scouting e in analytics, e Molinaro è un ottimo direttore tecnico, ma serviva proprio una figura che fosse punto di riferimento nell'area sportiva e nell'area business. Ci sarà molto lavoro sul mercato, sia a gennaio che in estate, serviva una persona con grande esperienza nei contatti con le altre squadre, cosa che forse oggi ci è un po' mancata».
VUOTO DA COLMARE
Insomma, una nemmeno tanto implicita ammissione che ci fosse un vuoto da colmare all'interno dell'organigramma societario. E che la triade fosse una soluzione ponte in attesa di trovare l'uomo giusto a sovrintendere tutta la complessa macchina operativa, alla cui guida siederà ora Antonelli. Partito col piede giusto, scherza il presidente: «L'ho incontrato per la prima volta sabato e da quando è arrivato la squadra è imbattuta - dice ridendo Niederauer - Non si limiterà al ruolo di direttore sportivo, ma gestirà anche il resto delle attività quotidiane. I miei impegni negli Usa mi impediscono di essere qui regolarmente, questo può creare difficoltà anche per il modo di comunicare con media e tifosi. Il suo arrivo è un passo avanti, spero pian piano nuovo diventi un punto di riferimento per tutti».
SCUSE AI TIFOSI
Tifosi compresi, con i quali c'è un rapporto logorato completamente da ricostruire. E ai quali Niederauer torna a chiedere scusa, per le risposte a dir poco offensive suoi social da parte di componenti della società nei confronti di tifosi ritenuti troppo critici: «Voglio fare le mie scuse per il nostro comportamento sui social media, i singoli dipendenti non dovrebbero parlare a nome del club in questo modo, sono mortificato per questo. Non avrei mai approvato questi messaggi se prima fossero stati condivisi con me, ma il mancato controllo fa parte della mia responsabilità. I tifosi dovrebbero esprimersi nel modo appropriato, ma non spetta a noi rispondere in quel modo».
VENTO CAMBIATO
E confessa che i cori allo stadio sabato contro di lui lo hanno colpito, anche se riesce a scherzarci sopra: «La cosa mi ha turbato, però continuo a fare ciò che ritengo il meglio per il club. Ma visto che abbiamo segnato due volte quando facevano questi cori, mi auguro li facciamo più spesso, quando abbiamo il possesso palla...». Tanto ci pensa la squadra ora a regalargli le soddisfazioni fin qui mancate. Grazie all'avvento di Vanoli in panchina, come certifica Niederauer: «Il vento è cambiato, la squadra è forte e ora gioca nel modo in cui era stata pensata e costruita in estate. L'inizio della serie A era stato migliore, perché venivamo dalla sbornia della promozione, mentre quest'anno abbiamo fatto fatica ad accettare la retrocessione. La qualità c'è, ma il lavoro andava fatto sulla testa dei giocatori ed è quello che sta facendo Vanoli, che ha alzato le aspettative. E poi giochiamo più in verticale, con pochi passaggi laterali, creando molti più duelli individuali. I giocatori sono sempre quelli, ma è cambiato il tecnico e con lui la mentalità. Un mese fa, tanto per fare degli esempi, Tessmann e Andersen facevano panchina, ora giocano 90'. Lo stesso Johnsen giocava poco e sabato è stato tra i migliori. Il problema non è il talento, quello c'era, avevamo bisogno di qualcuno che mostrasse alla squadra un modo diverso di esprimerlo».
Anche scoprendo realtà sorprendenti, come Bertinato, fatto esordire da titolare tra i pali: «L'ho abbracciato a fine partita, sono contento gli sia stata data la possibilità di giocare. Ma del resto Vanoli è un allenatore che si basa su quanto fatto in allenamento per dare, appunto, la possibilità di giocare, e lui è stato fantastico. A prescindere dal precedente lavoro di Lotti, non si sa se altri allenatori avrebbero fatto questa scelta. Invece Vanoli, che ha un approccio diverso, lo ha fatto».
Inutile dunque chiedere a Niedeauer cosa vorrà come regalo di Natale: «La mia lista per Babbo Natale comprendeva Vanoli, Antonelli, vincere al Penzo. Ho ottenuto tutto questo e quindi la lista è chiusa».
Marco Bampa
Il nuovo diesse: «Cresciuto con Galliani, sono qui per rifondare»
Si scrive direttore sportivo, si legge direttore generale. Perché Filippo Antonelli non si occuperà unicamente di (ordine non casuale) cessioni e acquisti, ma in sostanza darà una registrata a tutto ciò che gravita attorno all'area business di un Venezia concentrato sulla trasferta di dopodomani a Modena (ore 15). E sul piano personale non sarà affatto una novità, per un dirigente giovane e che torna a guidare da solo dopo diverse stagioni a dir poco formative nel Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.
«A Monza nel 2015 siamo partiti in Serie D dalle ceneri di un'altra società, perché veniva da un fallimento racconta il 44enne nato a Chieti quindi per un po' mi sono occupato di attrezzature, campi, rapporto con media, tifosi e parte commerciale. Tutto ciò con l'arrivo della nuova proprietà si è diversificato e mi sono occupato principalmente della parte sportiva, pur restando un punto di riferimento per tutte le aree del club». Una fase di ricostruzione che sta attraversando anche il Venezia dopo il toccata e fuga in Serie A e il piazza pulita nella stanza dei bottoni. «Ringrazio il presidente Niederauer, i soci e Alex Menta che è stato il primo a cercarmi dopo la vittoria di Palermo.
È irrilevante esser sceso dalla A alla B, per me esiste solo la progettualità. La durata del contratto (fino al 2026, intesa trovata anche grazie al lavoro svolto dall'avvocato Maurizio Levante di Pescara, ndr) mi ha convinto ad accettare e a volermi misurare con una proprietà diversa. Monza da giocatore e dirigente è stata importante, ora però è il momento di pensare al futuro, cioè al presente. Sono a Venezia nel momento giusto, per aprire la mente ad un altro modo di fare calcio, cercando di portare la mia esperienza e di acquisirne, puntando a creare un giusto mix tra italianità e la mentalità straniera».
PROSPETTIVE
Bene il ruolo da supervisor, ma Antonelli sarà in prima linea in un calciomercato che tra un mese richiederà decisioni attorno al team di Paolo Vanoli. Partendo dal futuro da definire di elementi come Cuisance, forse pure Haps, sicuramente Connolly a proposito del quale Niederauer ha spiegato «non è più infortunato, ora sta bene ma ha avuto alcune difficoltà di adattamento e parleremo col Brighton per trovare una soluzione». «Quello di gennaio è sempre un calciomercato particolare, perché si prendono sempre giocatori che non stanno giocando e hanno bisogno di tempo per adattarsi. Chi non è contento di stare qui, capirà quanto è fortunato ad essere in un Venezia che sta investendo molto. Quando si viene da una retrocessione bisogna rifondare e ricreare la mentalità per non portarsi dietro le scorie della Serie A. Il fatto che una squadra debba vincere crea un forte peso, occorre sviluppare uno spirito di sacrificio, perché in B la prima può perdere con l'ultima e ciò accadere in pochi campionati».
Peraltro, se Antonelli esce dalla scuola-Galliani, bisognerà aspettare i giorni del condor, vale a dire gli ultimi del mercato per piazzare i veri colpi. «Sì, Galliani me lo ha insegnato ha ammesso sorridente a lui devo molto, al suo fianco ho vissuto una sorta di master giornaliero. Ha alle spalle 31 anni di Milan e 10 anni di Monza, ha una voglia di vincere maniacale che ti trasmette quotidianamente. La prima regola è vendere prima di comprare, ma per me questo Venezia ha una squadra ottima e il calcio non ha una regola esatta. Serve tempo ai giocatori di venire fuori, vedi Pohjanpalo che sta dando segnali di sacrificio e di responsabilità».
Marco De Lazzari

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