Lo scempio dei cadaveri
Annibale
Calderale racconta combattimenti, morti, feriti,
orrori
a
Hudi Log, Castagnevizza (Kostanjevica na Krasu), Slovenia il 24
maggio 1917
È
il 24 maggio 1917, è in corso la Decima battaglia dell'Isonzo ed è
appena fallito l’assalto della brigata Bologna al saliente di Hudi
Log, sul Carso.
Dopo
l’assalto ed il ripiegamento io fui comandato ad andare alla
Galleria Grillo per prelevare munizioni per mitra, e condurre
il S T Signor Marra a sostituire il T. Sig. Manca ferito, feci il
tragitto sotto un fuoco micidiale, indescrivibile, con l’aiuto di
Dio mi salvai ancora questa volta; in Galleria si notava dippiù la
violenza del fuoco, tutta la terra tremava. Quando comunicai al T.te
l’ordine di venire in 1° linea, era la 1° volta, questi ebbe un
appariscente momento di smarrimento , cercava di indugiare, con la
scusa di trovare la macchina fotografica, poi si riprese, ritornò al
normale. Uscito dalla Galleria con due cassette del peso complessivo
di 416, sotto un fuoco intenso, dovevo percorrere circa 100 metri
allo scoperto per raggiungere la mia compagnia.
Ero
insieme al Tenente Morra al suo attendente (che quando gli fu
comunicato che doveva andare in 1° linea ebbe un principio di
svenimento), il nostro movimento fu notato dal nemico che cercò di
colpirci con scariche di mitra. Nella fretta di proteggermi, mi misi
a correre, senza guardare più dove poggiavo i piedi- ad un dato
momento pestai un corpo molle e caddi a terra, mi trovai adagiato
sopra un soldato morto incassato nelle pietre, a cui mancava la
testa.
Il
Capitano mi ordinò di tornare subito in 1^ linea, appena fatta la
commissione, perché si doveva effettuare un altro assalto:
fortunatamente questo nuovo assalto non ci fu.
Nel
breve tempo che stetti sulla Galleria della Dolina Grillo, arrivano
continuamente feriti che si lagnavano. I feriti al basso ventre
chiedevano insistentemente acqua che si prometteva ma non si dava,
per non aumentare la loro sofferenza. Vidi un ferito aveva la aveva
la mandibola asportata di circa 20 anni, si vedeva la gola, scoperta,
tutti gli auguravano la morte.
Nella
Dolina Grillo era piombata in mezzo alla truppa un grosso calibro,
che ammazzò circa 40 soldati. Lo spostamento d’aria, procurato
dalla granata buttò prima in aria i 40 uccisi che poi vennero
risucchiati nella buca scavata dalla granata e ricoperti di terra,
era uno spettacolo impressionante. La sera osservai il campo di
battaglia era tutto cosparso di morti, ne notai 4 fra gli altri che
erano rimasti seduti e uno aveva financo la sigaretta in mano. Vidi
una gamba sospesa ai reticolati.
La
sera fatto un appello sommario i presenti della brigata risultano in
numero di 500 . In seguito si assodò che gli scampati erano 1800 in
ogni modo la brigata Bologna ha avuto più del 50% degli effettivi
fuori combattimento.
Io
insieme al mio tenente Sig. Morra ed un altro tenente del genio,
fummo incaricati di sorvegliare a turno, la linea acciocchè tutta la
truppa superstite, rimanesse desta. Io insieme ai due ufficiali
avevamo trovato ricovero in una buca – Tra una notte serena con il
cielo pieno di stelle.. tutto era silenzioso, dopo la tempesta del
giorno
Quando
arrivò il mio turno, uscito dal ricovero a pochi passi, vidi un
militare disteso faccia aterra; lo toccai con un piede mormorando
sottovoce sveglia , non si mosse, allora l’afferrai per una gamba,
scuotendolo, ma mi accorsi che era un morto, e così tutto il campo
di battaglia era cosparso di morti, faceva impressione.
Eppure
io ormai mi ero abituato a vivere in mezzo ai morti, starei per dire
mi ero affiatato con i morti. I caduti venivano sepolti senza cassa,
ed io qualche volta, per essere più riparato dall’offesa nemica,
mi stendevo fra le tombe che erano un poco sollevate sul piano del
terreno.
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