Venezia FC: La Nuova Venezia - Venezia, la salvezza è da costruire al Penzo -

Un Micio e un Cagnaccio, due centrocampisti-diga, quasi insuperabili. Walter Novellino costruì il Venezia da promozione sui gol di Cossato e Schwoch, sbarrando però la strada agli avversari con un tandem di neutralizzatori che erano Beppe Iachini, il Cagnaccio, e Salvatore Miceli, il Micio. Stesso copione anche l'anno successivo in Serie A, ma serviva qualità in mezzo al campo e Zamparini consegnò al tecnico la classe cristallina di Sergio Volpi. Miceli doveva partire come rincalzo, ma riuscì a collezionare 27 presenze, segnando anche un gol, l'unico messo a segno in Serie A. Contro chi? «E come posso dimenticarlo», ribatte l'ex centrocampista arancioneroverde, 47 anni, rientrato nella sua Calabria, «contro la Fiorentina». Prossimo avversario del Venezia, lunedì 18 ottobre, al Penzo. «Segnai sotto la curva dei nostri tifosi in un pomeriggio indimenticabile: il mio gol, la tripletta di Alvaro Recoba, la vittoria roboante contro la Fiorentina di Batistuta, Oliveira, Cois, Toldo, Trapattoni in panchina. Stavamo attraversando un periodo di grazia, credo che contro i viola arrivò la quinta o sesta vittoria consecutiva in casa. Ecco, il Venezia di Zanetti deve costruire al Penzo la sua salvezza, è a Sant'Elena che devono essere conquistati i punti per rimanere in Serie A». Era il 14 marzo 1999, minuto 42 del primo tempo e Recoba aveva già beffato Toldo su calcio di punizione. «Alvaro calciò un corner con la solita maestria, mi infilai tra un paio di difensori e centrai di testa la traversa, sulla ribattuta fui il più lesto, ma Amoroso ribatté sulla linea, al terzo tentativo il pallone entrò. Sembrava un flipper». Miceli sopra i cartelloni pubblicitari, braccia al cielo verso i tifosi, sorretto alle spalle da Pippo Maniero, poi, qualche minuto dopo, arrivò il tris di Recoba, ancora su calcio di punizione, nella ripresa segnarono nel finale Esposito (su rigore) e ancora il "Chino". «Mi piace come ha giocato il Venezia in Serie B, adesso sta cercando di riproporre lo stesso sistema anche in Serie A. È ovviamente più difficile, ma vedo che non ha perso l'animus pugnandi, è una squadra che gioca, corre, pressa, deve fare i conti con avversari di livello superiore rispetto alla passata stagione, ma quando hai un'idea di gioco ben precisa, sei già sulla buona strada. Mi auguro che possa salvarsi, per la città, i tifosi che non dimenticherò mai».
Dopo la salvezza andò in prestito al Napoli. «Centrai un'altra promozione con Novellino, rientrai al Venezia e inizialmente feci parte della rosa di Prandelli in Serie B. Nel girone d'andata giocai spesso, poi Cesare preferì un centrocampista più tecnico come Maini, da affiancare a Marasco, e a gennaio andai al Piacenza a titolo definitivo». Sempre con Novellino. «Se non sei nettamente superiore, in Serie A sono gli episodi a decidere le partite, tante squadre sono più o meno sullo stesso livello, bisogna che il Venezia sappia portare gli episodi dalla sua parte, come è accaduto a Cagliari nell'ultima partita. È una squadra che subisce poco, concede poco, deve imparare a capitalizzare di più le occasioni che crea. Lo scorso anno mi impressionò Maleh, e la Fiorentina l'ha preso, mi piace tantissimo Johnsen, si vede che il norvegese ha numeri e qualità, può crescere ancora. Lunedì? Sarà una bella partita, la Fiorentina ha una squadra interessante, ma il fattore campo potrebbe risultare decisivo».
Romero, firma ormai imminente l'offerta soddisfa il portiere
Sergio Romero si avvicina al Venezia. Ieri incontro positivo tra i dirigenti arancioneroverdi e i rappresentanti del portiere argentino. Sul piatto la questione economica, l'ultima offerta da parte del Venezia è stata ritenuta congrua dall'entourage di Sergio Romero, che la scorsa estate si è svincolato dal Manchester United, dopo sei stagioni con i Reds. La sensazione, risolto lo scoglio economico, è che manchi solo la firma sul contratto e che l'arrivo in Italia dell'ex portiere della Sampdoria sia imminente, tanto che potrebbe essere disponibile già contro la Fiorentina. Accordo sull'ingaggio e, magari, anche sulla durata del contratto. Romero ha 34 anni, a Manchester non ha giocato molto nelle ultime annate in Premier (7 presenze), ma si è disimpegnato nelle coppe nazionali ed europee, senza dimenticare che è stato il portiere titolare dell'Argentina sia ai Mondiali del 2010 sia a quelli del 2014, quando ha perso la finale contro la Germania. Un dato è sicuro in casa arancioneroverde: l'insistenza con cui Collauto e Poggi stanno cercando da qualche settimana un altro portiere evidenzia come persistono grossi timori sulle condizioni fisiche sia di Luca Lezzerini sia di Niki Maenpaa, non potendo rischiare di mandare in campo un diciannovenne promettente, ma senza esperienza, come Filippo Neri. Lezzerini è out dalla trasferta di Empoli, risolto il problema del ginocchio, è alle prese con una fastidiosa lombosciatalgia, e al momento non sono state formulate ipotesi sulla data del rientro. Maenpaa si è ben disimpegnato nelle partite finora disputate, tutti i gol incassati dal Venezia non erano evitabili, l'unico errore c'è stato nell'azione del rigore fischiatogli contro a Empoli. Un lavoro certosino portato avanti dal direttore sportivo Mattia Collauto con il via libera avuta dal presidente Duncan Niederauer rientrato negli Stati Uniti dopo la trasferta di Cagliari. Sergio Romero, 96 presenze con la Nazionale argentina, ha girato l'Europa, dall'Olanda (Az Alkmaar, 112 presenze in gare ufficiali) alla Francia (Monaco, 9), dall'Italia (Sampdoria dove ha giocato dal 2013 al 2015, 74 presenze) all'Inghilterra (Manchester United, 61 presenze). Il Venezia ieri si è allenato al pomeriggio al Taliercio, una seduta congiunta con la Primavera di Andrea Soncin. Contro la Fiorentinam Paolo Zanetti può lanciare dal primo minuto Haps, rientrato due giorni fa in gruppo con Marco Modolo. Due giorni di riposo per i giocatori di Paolo Zanetti, che si ritroveranno martedì al Taliercio in vista del posticipo con la Fiorentina.
Michele Contessa

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