Il sistema difensivo italiano alla frontiera con l'Austria Ungheria- Piano d'attacco negli altipiani Cimbri – Truppe radunate -
Lo
sbocco sud-occidentale (dalla linea Campomolon-Toraro) si presenta
assai più ristretto che non quella della val d'Assa, già
considerato; né in esso, a differenza di quello, si può fare
assegnamento su un movimento iniziale d'ala eseguito in condizioni
favorevoli. Difatti, sboccando dal Toraro per i Campiluzzi e la
Valbona si cade nella conca battuta, oltre che dai forti, altresì
dalle robuste opere costruite dagli austriaci al Milegna, a Monte
Marona, al Plaut, alla Pioverna Alta, al Dure; avanzando verso costa
d'Agra si espone la fronte ed il fianco sinistro ai fuochi di queste
ultime opere, precedendo verso osteria dei Fiorentini e Malga Cherle
per Campomolon si è battuti oltre che da alcune delle opere sopra
dette posizioni altresì del Belvedere; che domina con la vista e con
il tiro tutta la zona.
Le
due prime condizioni obbligano l'attacco iniziale dell'ala destra
della linea austriaca apprestata a difesa, cioè di Monte
Maggio-Milegna, prima ancora di poter eseguire spiegamenti di forza:
l'ultima rende necessaria il limitare, almeno, le forze della colonna
destinata a precedere lungo la direttrice segnalata, finchè il
Belvedere potrà efficacemente azioni su di essa. Va notato, poi, che
su quest'ala non abbiamo ancora opere permanenti, e che all'attacco
non si presentano obiettivi iniziali così importanti come il Pizzo
di Verle, già esaminato, né decisivi come l'occupazione del
ciglione nord degli altipiani di Luserna e Lavarone.
Premesse
quanto sopra, si ritiene conveniente che l'attacco principale proceda
dallo sbocco nord-orientale. Tuttavia è opportuno attaccare altresì
per lo sbocco sud-occidentale per appoggiare inizialmente l'attacco
principale, attirando forze nemiche verso tale sbocco; e,se l'attacco
ci sarà favorevole nelle sue fasi ulteriori, per tagliare anche le
comunicazioni austriache dirette verso ovest (e in parte quelle
dirette a nord-ovest); agevolando così la conquista degli obiettivi
ulteriori (M.Finonchio, falde del Becco di Filadonna), infine, per
permettere di sperare anche dal fondo valle d'Astico, quando siano
conquistati gli altipiani di Folgaria e di Luserna.
Giova
premettere che l'attacco dell'altopiano di Folgaria non dovrebbe
procedere a fondo se non quando le condizioni fossero favorevoli;
dovrebbe però limitarsi inizialmente ad un attacco, bensì, vivace,
ma dimostrativo; pronto ad ogni modo a convertirsi in una difesa ad
oltranza sulla linea Campomolon-Toraro.
Ammesso
che gli austriaci non abbiano disponibili sugli altipiani che una
divisione o poco più, si ritiene che l'attacco possa eseguirci con
due divisioni con qualche battaglione di riserva.
Conseguentemente
alle linee generali che vorremmo fissare per lo sviluppo
dell'attacco, occorrerebbe che le truppe fossero in precedenza, a
momento opportuno, così radunate.
12
Compagnia Alpini tolte da Campomolon, Tonezza, Campolongo, Asiago;
3
batteria da montagna nelle regione tra Cima Mandriolo e Porta Manazzo
tolte dal Toraro;
6
battaglioni, 2 batterie da campagna tra M.Porrecchie di dietro e
Albergo del Ghertele tolti dalla 2 divisione, da Thiene;
3
battaglioni, 2 batterie da campagna nella regione Costa del Civello
tra Campolongo e Verena, tolte dalla 28 divisione, da Thiene;
1
battaglione, 2 squadroni tra S.Pietro-Valpegara-Forni, tolti dalla 2
divisione da Thiene e dall T.S. Da Vicenza;
5
battaglioni, 1 batteria da montagna tra Campomolon Tonezza, tolti 2 d
Rocchette, 3 da Tonezza e da Asiago
Facoltà
di Storia – Università Cà Foscari Venezia – docente prof.
Casellato Alessandro – partecipante come uditore
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