Il sistema difensivo italiano alla frontiera con l'Austria Ungheria (1)
Il
settore Peschiera era in stato di difesa dal 25 maggio. A presidio
c'erano la 6 e l'8 compagnia deò 1° reggimento artiglieria da
fortezza, 106° battaglione presidiario con la 21, 30 e 100
compagnia, 2 compagnie del 154° fanteria, 4 compagnie del 55°
battaglione, 3° e 4° squadrone cavalleggeri e 21 compagnia
presidiaria.
In
questo settore c'erano le opere:
Molini
di Marcesina, a sud di Navene con 4 pezzi da 87 mm in bronzo;
Forte
Isola Trimelone, con 3 pezzi da 120 mm A L e 3 da 57 mm in appoggio,
in prossimità di Ronchi, 2 chilometri a nord-est di Peschiera, 4
pezzi da 87 mm;
Punta
Sirmione, con 4 pezzi da 87 mm in bronzo;
Monte
Corno, a nord di Desenzano con 4 pezzi da 75 mm.
Nel
posto di Peschiera si trovavano:
Batteria
Molo, con 3 pezzi da 57 mm a tiro rapido;
Batteria
Bastione, con 3 pezzi da 57 mm a tiro rapido;
Fornaci,
vicino Peschiera, con 2 pezzi da 75 mm.Oltre
a queste opere permanenti, sui 17 piroscafi della flottiglia del
Garda, vi erano 8 cannoni da 57 mm, 12 da 37 mm e 22 mitragliatrici.
Il
settore destra a fondo Adige, in stato di resistenza dal 23 maggio,
poteva disporre del 3° battaglione presidiario, con la 9,10,11 e 44
compagnia, 6° battaglione presidiario, 4 e 15 compagnia, 7°
reggimento artiglieria da fortezza con le compagnie 7,8 e 9 del 3°
gruppo, mentre le compagnie 12,13,14 e 15 del 4° gruppo, con le
opere del gruppo Bocchetta e del gruppo Chiusa-Rivoli.
Del
primo gruppo facevano parte le opere:
Forte
Bocchetta Naole, con 4 cannoni da 149 mm in cupola corazzata
Schneider e 4 pezzi da 87 mm in bronzo all'esterno;
Col
Santo, con 4 cannoni da 87 mm in bronzo;
Forte
monte Cima Grande, con 4 cannoni da 149 mm in cupola corazzata
Schneider, 4 mortai da 149 mm e 4 cannoni da 87 mm in bronzo;
Cavallo
di Novezza, con 2 cannoni da 149 mm G e 4 da 87 mm in bronzo;
Monte
Cerbiolo, con 2 cannoni da 87 mm in bronzo;
km
29, una vecchia opera napoleonica con 2 cannoni da 149 mm G.
Il
secondo gruppo, disponeva delle opere:
Forte
Chiusa, con 4 cannoni da 87 mm in bronzo;
Tagliata
Incanal, con 4cannoni da 87 mm in bronzo;
Forte
San Marco, con 4 cannoni da 120 mm G;
Batteria
bassa di Rivoli, con 4 mortai da 149 mm A, 4 cannoni da 120 mm G e 4
cannoni da 149 mm G.
L'ultimo
settore era quello della sinistra Adige. Era in stato di difesa dal
22 maggio 1915 e in stato di resistenza dal 24 maggio. Le forze a
disposizione erano la 9 e 10 compagnia del 7° artiglieria da
fortezza, 55 compagnia di Milizia Territoriale del 3° fortezza, 9 e
17 compagnia zappatori del 2° reggimento genio e 97 compagnia
presidiaria coi gruppi Masua, San Viola e San Briccio.
Nel
gruppo Masua, c'erano le opere di:
forte
Masua con 6 cannoni da 149 mm in cupola corazzata Armstrong e 4
cannoni da 87 mm in bronzo;
batteria
Masua, a quota 923 con 6 obici da 120 mm e 4 cannoni da 87 mm;
Nel
gruppo San Briccio con le opere di:
forte
San Briccio con 8 cannoni da 149 mm G, 4 obici da 149 mm, 4 mortai da
149 mm e 4 cannoni da 87 mm;
batteria
Monicelli con 8 cannoni da 120 mm G.
Oltre
a queste opere, allo scoppio della guerra per la copertura del fronte
di nord-est erano in via di posizionamento, nella zona occidentale
dei Lessini, 4 cannoni da 149 mm G a monte Castelletto e 4 cannoni da
87 mm in bronzo a Casara Pedocchio e nella zona orientale 4 cannoni
da 149 mm A a cima Mezzogiorno, 4 cannoni da 149 mm G a monte Tomba e
8 cannoni da 87 mm in bronzo a Podestaria.
La
zona affidata al 5° corpo d'Armata, erano diviso in tre settori:
settore
Agno-Astico, dal passo della Lora a tutta la Val d'Astico, alla 9
divisione;
Settore
Assa (da cima Campolongo lungo il ciglio, prima occidentale e poi
settentrionale dell'altipiano dei Sette Comuni) alla 34 divisione;
settore
Brenta-Cismon (dal Lisser alla Croda Grnade) alla 15 divisione.
Oltre
alle divisioni, erano stati costituiti lo sbarramento Agna-Assa,
Agno-Posina, retto dal generale Angelozzi e la Fortezza Brenta-Cismon
comandata dal colonello Roberto Dino Guida.
Lo
sbarramento Agno-Assa, Agno-Posina era diviso in 3 settori:
settore
Schio: 8 battaglione presidiario (14,16,27,33 compagnia), 118°
battaglione della Milizia Territoriale con le compagnie 1-2—3 del
1° gruppo e 22 e 23 del 6° gruppo entrambi del 6° reggimento
artiglieria da fortezza;
settore
Arsiero: rinforzato dalla 33 compagnia, dal 92 battaglione di Milizia
Territoriale, dalle compagnie 1 del 2° reggimento artiglieria da
fortezza, 9-10 del 1° reggimento e 64-65 del 3° reggimento
artiglieria da fortezza;
settore
Asiago: 91° battaglione Milizia Territoriale con le compagnie
2,20,23,35 presidiarie. Nelle opere vi era il seguente personale
(11,16 compagnie del 2° reggimento artiglieria da fortezza, 10,11 e
12 del 9° reggimento da fortezza.
Le
truppe del genio a disposizione del comando di sbarramento erano la
16 compagnia zappatori del 1° reggimento e la 2 e 17 compagni
minatori.
La
fortezza Brenta-Cismon, che aveva la giurisdizione nella Valsugana,
era in stato di difesa dal 22 maggio 1915 e di resistenza dal giorno
successivo. Il presidio era composto dal V° battaglione presidiario
con le compagnie di milizia mobile 14 e 16 e la 18 del 4° reggimento
da fortezza.
Le
opere erano:
Forte
Lisser, con 4 cannoni da 149 mm A, 4 da 149 mm G e 4 da 75 mm A;
Batteria
di Col Mangà, con 4 obici da 149 mm;
Batteria
occasionale di Casera Celado, con 4 obici da 149 mm G;
Batteria
occasionale di Colle dei Barc, con 4 pezzi da 75 mm A;
Batteria
occasionale di Col Gnela, con 3 pezzi da 75 mm A;
Forte
Cima di Lan, con 4 pezzi da 149 mm S e 4 da 75 mm A;
Batteria
Monte Avena, con 4 cannoni da 149 mm G;
Batteria
Malga Agnerolla, con 4 cannoni da 149 mm A;
Forte
Cima di Campo, con 6 cannoni da 149 mm A e 4 pezzi da 75 mm A;
Batteria
Coldarco, con 4 cannoni da 75 mm A;
Tagliata
Covolo di Sant'Antonio, con 4 cannoni da 42 mm;
Tagliata
della Scala, con 4 cannoni da 120 mm G, 8 da 75 mm A e 2 mortai da
149 mm.
Nel
territorio dalla 1 armata, le fortificazioni permanenti disponevano
di 109 pezzi da 75 mm, 100 pezzi da 87 mm, 43 cannoni da 120 mm, 114
pezzi da 149 mm A, 106 cannoni da 149 mm G, 8 da 210 mm, e 12 obici
da 280 mm. In totale i pezzi d'artiglieria erano 492. In questo
numero erano comprese sia i pezzi in cupola che le batterie per la
difesa ravvicinata. Facendo un paragone con il numero complessivo di
bocche da fuoco disponibili nell'intero fronte, 819, oltre il 50%
erano nel fronte trentino.
Allo
scoppio del conflitto, nelle prime ore del 24 maggio, le forze della
1 armata erano di 114 battaglioni, 5 squadroni, 91 batterie da
campagna, montagna e da posizione oltre ai pezzi delle
fortificazioni.
Nell'ottobre
1914, il comando della divisione militare di Verona elaborò un piano
d'attacco negli altipiani Cimbri per la linea dell'Astico-Assa.
Facoltà
di Storia – Università Cà Foscari Venezia – docente prof.
Casellato Alessandro – partecipante come uditore
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