Il sistema difensivo italiano alla frontiera con l'Austria Ungheria- Piano d'attacco negli altipiani Cimbri – Analisi fattibilità dell'attacco -
Mi
è parso di rilevare che la Commissione compilatrice dello studio non
ha tenuto il dovuto conto delle batterie occasionali che l'avversario
potrà armare, nell'imminenza del nostro attacco. Questa eventualità
mi sembra debbasi tanto maggiormente considerare in quanto
l'armamento attribuito ai forti austriaci è in genere quello
dell'obice da 104 mm, bocca da fuoco che non ha grande gittata e non
ha grande efficacia contro bersagli resistenti. Come è noto,
l'Austria possiede il mortaio da 240 md° 97/7 con equipaggiamento da
m ontagna, il mortaio da 305 md° 11, il cannone da 105, di
costruzione affatto recente, oltre ad altre bocche da fuoco di tipo
antiquato, onde credo prudente supporre che le fortificazioni di
Trento vengano, almeno, reintegrate delle artiglierie che vi erano
già dislocate prima dell'attuale guerra.
Questa
considerazione mi conferma ancor più nell'opinione che convenga
concentrare l'attacco contro un'ala della regione fortificata e,
precisamente, contro la nord-orientale, ove ritengo, per la natura
del terreno, più difficile l'impiego di numerose batterie
occasionali. Alla organizzazione difensiva della regione
CAMPOMOLON-TORARO, posizione avanzata rispetto alla nostra zona
principale di resistenza, MONTE VERENA-CIMA CAMPOLONGO-PUNTA
CORDIN-MONTE NOVEGNO, assegnerei, nell'ipotesi esposta, il compito di
trattenere un eventuale contrattacco avversario, tendente a battere
il fianco ed il rovescio delle nostre batterie d'attacco collocate
nella regione CAMPOLONGO. Le artiglierie dislocate nella ripetuta
regione CAMPOMOLON-TORARO, avrebbero perciò l'obiettivo di
controbattere quelle nemiche collocate fra il DOSS DEL SOMMO e il
BELVEDERE, per impedire che esse possano appoggiare un'azione in tale
senso di parte delle truppe mobili nemiche. Allor che si avesse avuto
ragione del gruppo di VEZZENA, dette artiglierie concorrerebbero
utilmente nella demolizione delle rimanenti opere.
Per
la difesa della regione in discorso e per la sicurezza delle batterie
ivi collocate, stimo opportuna l'occupazione del contrafforte COLLE
DELLA BORCOLA-COSTON DEI LAGHI.MONTE MAGGIO-COSTA D'AGRA- ALTIPIANO
DEI FIORENTINI. L'estremità meridionale di questa linea può essere
minacciata dalla regione del PASUBIO, ma non credo sia assolutamente
necessario farne dipendere il possesso da quello di detta regione,
giacchè la profonda insellatura del Colle della BORCOLA, a cui fanno
capo i solchi incassati di VAL POSINA e di VAL TERRAGNOLO,
permetterebbe a noi una difesa efficace del ripetuto contrafforte
COLLE DELLA BORCOLA-MONTE MAGGIO.
Esaminando,
nel complesso, la sistemazione delle batterie d'attacco, mi è
sembrato che alcune di esse e precisamente quelle da 210 e da 149 G
vengano, inizialmente, collocate in posizione troppo avanzata
rispetto ai forti nemici (a distanza variabile da 3-6 km) e ciò
tenuto conto non tanto del loro presunto armamento di obici da 104,
ma di quelle più potente e più innanzi ricordato e che è da
prevedere entrerà anche in azione. E' da rilevare che, mentre la
posizione di batterie d'attacco potrà essere segnalata, con relativa
facilità all'avversario, dall'esplorazione aerea, le batterie da 210
e da 149 G, sistemate a cielo scoperto, non troveranno forse
sufficiente protezione in un adeguato defilamento, come quelle da
280, od in una conveniente mobilità, come quelle di calibro campale.
Le
posizioni proposte potrebbero invece essere ultimate occupate, in una
fase successiva dell'attacco, allor che i forti e le batterie nemiche
fossero già state scosse dall'azione delle batterie di maggiore
potenza. Concludo, facendo presente che no ho ritenuto conveniente
esaminare le ulteriori operazioni per la conquista dei capisaldi
retrostanti di MONTE CIMONE, del BECCO DI FILADONNA, e per l'attacco
del gruppo fortificato di Levico, giacchè, pur essendo ben ferma e
determinata la necessità di conseguire tali obiettivi, non credo
possibile- a priori-preordinare concreti dispositivi che soltanto la
situazione del momento potrà indicare come opportuni ed
indispensabili.
Facoltà
di Storia – Università Cà Foscari Venezia – docente prof.
Casellato Alessandro – partecipante come uditore
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