I forti austriaci alla frontiera italiana

Dopo l'inizio della guerra in Europa e a seguito della neutralità italiana nell'agosto 1914, le prime disposizioni austriache in merito ad un eventuale attacco italiano furono dell'11 agosto 1914. In esse l'arciduca Federico, comandante delle forze imperiali, impartì al generale Franz Rohr il compito di studiare con cura e di preparare e organizzare la difesa del confine sud-ovest. Tali direttive derivavano da molte informazioni raccolte dal servizio informazioni militari imperiale; esse concordavano da più parti nell'affermare che in Italia si chiedeva al governo il completamento dell'unità nazionale con l'acquisizione dei territori trentini e giuliani.
Al generale Rohr venne affidato il comando delle forze destinate a difendere i confini meridionali; intanto, il comando militare della zona maggiormente interessata (ossia Innsbruck e Graz), doveva essere lasciato agli speciali comandi ivi installati, i cui compiti dovevano essere precisati con apposite istruzioni. Il nuovo comando, costituito l'11 agosto, agli ordini del generale Rohr, comprendeva oltre al comandante il colonnello Heinrich Wieden von Alpenbach, il tenente colonnello Karl Schmutzer, il maggiore Artur Schiedel e il capitano Schneider. Alle dipendenze del nuovo comando si trovarono il generale Erwin Edler von Mattanovich, comandante la zona di Graz, e il generale Ludvig Konnen von Horack, comandante la zona di Innsbruck.
Il comando del trentino, zona ritenuta di vitale interesse per la difesa del territorio ustriaco, venne affidato al generale Ignazio Verdross von Grassberg mentre la zona Fortezza-Brunico dipendeva dal generale Oscar Scheisser von Treunheim. Ai primi di settembre, la frontiera meridionale fu ripartita in 5 sotto settori, con 17 battaglioni, 1 squadrone e un quarto e pezzi mobili (nuove formazioni di milizia), agli ordini di von Horack. In Carinzia e nella regione costiera, erano 23 i battaglioni e un quarto, 1 squadrone e mezzo, 8 pezzi mobili. Inoltre si doveva aggiungere la resistenza di fanteria, artiglieria e tecnici all'interno delle fortificazioni che però avevano solamente delle dotazioni di armi e munizioni limitate previsti in caso di guerra. Il porto di Pola era presidiato dall 112 brigata Ist. E i 5° reggimento Schutzen che dipendeva direttamente dal Comando Supremo. In caso di bisogno il gruppo Rohr, avrebbe aumentato la forza grazie ai battaglioni di marcia e di Landsturm dei circoli militari di Vienna, Praga e Leitmeritz ed una brigata Honved. In questo caso, la grande unità poteva disporre di 200 battaglioni e in caso che l'Imperatore avesse fatto appello alla provata fedeltà della popolazione tedesca, slovena e croata, regioni minacciate, avrebbero imbracciato le armi, la nazione in armi.
Le truppe racimolate avrebbero avuto dei limiti; erano poco addestrate e non pronte per l'impiego bellico. Il 18 agosto, lo Stato Maggiore emanò delle direttive in merito. L'intenzione era di fare resistenza fino all'estremo in Tirolo ad un attacco italiano, appoggiandosi alle fortificazioni ed alla leva di massa; sbarrare le linee d'invasione da Villach per l'alta val Mur verso il Semering, approfittando delle opere di Malborghetto, della zona del Predil e di Plezzo, impedire al nemico ad est della linea Gorizia-Trieste, l'accesso alla zona carsica. La lotta decisiva contro gli avversari si sarebbe svolta sulla Sava anche in caso fossero arrivati i rinforzi sufficienti. Dato il compito puramente difensivo del gruppo Rohr, le fortificazioni assunsero per esso particolare importanza. Ed altresì dopo l'inizio della guerra esse ebbero influenza favorevole, anche per il fatto che gli italiani sopravvalutarono le capacità di resistenza di quegli sbarramenti, per lo più antiquati.
Nell'agosto, in previsione di un attacco, le fortificazioni non proteggevano tutte le vie d'invasione e quindi Rohr ritenne che fosse urgente completare la sistemazione difensiva permanente. Rohr, venne messo al corrente che l'imperatore aveva ordinato la massima cautela nel procedere nei lavori per non dare nessun segno di ostilità all'Italia. Per questo motivo, nei mesi successivi non ci furono degli importanti lavori. Ci furono solo organizzamenti di posizioni arretrate, sulla linea da Riva a Folgaria, nell'alta valle dell'Isonzo, al P. di Mojostrowka, ai passaggi della valle del Gail, sulla Drava e sulla Sava e alle strette di Zoll e Prawald. Dopo il capodanno del 1915, quando la minaccia di un attacco italiano ritornò alla ribalta, i lavori procedettero in modo energico.
Lavori ultimati
A) I linea:
Trincee per fanteria e punti d'appoggio, ricavati per lo più nella roccia e, nella loro maggioranza, totalmente coperti, e muniti di riparo per la testa. Passaggi e camminamenti protetti dalle schegge. I punti di appoggio sono circondati da reticolati di filo di ferro spinato profondi di 12 metri. Negli intervalli esistenti fra i diversi forti di Trento, il reticolato è profondo da 6 a 8 metri ed è sistemato in quei punti dove mancano delle ripide pareti rocciose. Le batterie di sicurezza hanno dei blindamenti a prova di schegge, e nelle immediate vicinanze sono scavate le riservette per le munizioni. In Valsorda, nella piana dell'Adige, ed allo sbarramento di Tienna, non si può procedere ancora alla sistemazione difensiva completa, a causa delle numerose vigne.
B) Dietro alla I linea:
Località con blindamenti a prova di schegge, convenientemente coperti, e sistemati per le riserve; la copertura è data dalle accidentalità stesse del terreno (località protette dal tiro). Le comunicazioni tra le riserve ed i punti d'appoggio sono, in buona parte, coperte. Sistemazione telefonica di artiglieria e posti d'osservazione d'artiglieria a prova di schegge. La costruzione di nuovi sentieri e di nuove strade è a buon punto. Strada carreggiabile di Folgaria, ultimata nei suoi primi 6 km.: furono sospesi gli ultimi lavori.
IN CORSO DI ESECUZIONE
C) Davanti la I linea:
Comunicazioni coperte ed in grande parte scavate nella roccia. Sostituzione di vecchie opere esistenti a Trento, con punti d'appoggio campali;
prolungamento di linee importanti di difese, e costruzioni trinceramenti per fanterie negli intervalli;
Completamento delle difese accessorie, mediante la costruzione, davanti agli intervalli, di una doppia linea di reticolato della profondità di 10 metri. Immediatamente dietro ai punti d'appoggio, costruzione di capaci caverne a prova di bomba, per il percorso delle truppe. Costruzioni di caverne da adibirsi a magazzini di munizioni.
Allo sbarramento Lavarone-Folgaria sono pronte altre 50 caverne.
Sul fronte sud di Trento in Valsorda si costruiscono nelle zone più libere, e racchiuse dai vigneti, delle difese accessorie, dei ricoveri e dei trinceramenti. Il avori a Piovena e sul monte Maggio furono sospesi per l'abbondante neve che ricopre la zona.
B) Dietro alla I linea:
Lavori di completamento e sistemazione batterie. Completamento dei ricoveri. Costruzione di camminamenti coperti che conducono verso le posizioni di combattimento. Costruzione di altre caverne ricovero e di caverne magazzino. Costruzione e miglioramento delle comunicazioni e sistemazione, ad uso magazzino, di diversi retrostanti caseggiati.
Costruzione e sistemazione di centrali telefoniche.
Sistemazione di batterie a Lavarone. Stazione di segnalazione a Cost'Alta. Caverne per la centrale telefonica e per il comando dello sbarramento di Lavarone nei pressi di Casara, un po' a nord di Chiesa. In Folgaria, presso Tezzeli, due batterie sono ultimate.
Davanti alla I linea:
Diradamento della vegetazione: detto lavoro è però impedito dalle abbondanti nevicate. Si deve stabilire con la massima esattezza quali dovranno essere le demolizioni da eseguire in caso di bisogno
SBARRAMENTO DI MOENA-PANOVEGGIO
Sistemazione di punti d'appoggio di carattere campale; il reticolato profondo 12 metri, intorno ai punti d'appoggio, è completo. Posti d'osservazione d'artiglieria, ultimati: le caverne ed i reticolati non sono completi, per le nevicate che hanno ostacolato il lavoro.
Sono ultimati i ricoveri dietro alla sella di Carigole.
Stai davanti della posizione è già stato ultimato il diradamento della vegetazione.
In costruzione è sempre il reticolato di Moena. Alla costruzione delle caverne per le opere Dossaccio e Busi, come pure a quelle per i punti d'appoggio, sono adibiti 276 lavoratori.
SBARRAMENTO DEL TONALE-PEJO
E' ultimato il punto d'appoggio del Montozzo, e così pure il reticolato della profondità di 12 metri. Dietro la linea del Tonale, è stato ultimato un ricovero; la sua sistemazione interna è avvenuta per metà. Nell'opera di Strino sono stati sistemati gli speciali letti per la truppa e le coperture di lamiera.
Sul davanti si eseguì il diradamento della vegetazione; la sistemazione del terreno nei pressi di Mero è sempre in corso, come pure in corso sono i lavori fra il Tonale e la Presanella; ultimata è invece la copertura delle opere sulla sella del Tonale, e la costruzione delle difese accessorie. Altri lavori del genere sono stati sospesi a causa delle abbondanti nevicate.
In valle di Strino sono stati ultimati gli appostamenti per le batterie; il secondo ricovero sul Tonale non è ancora finito.
Facoltà di Storia – Università Cà Foscari Venezia – docente prof. Casellato Alessandro – partecipante come uditore 

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