Venezia FC: La Nuova Venezia - Dionisi è ormai verso l'Empoli di Corsi -


Dionisi, dentro o fuori: resta al Venezia, accettando la proposta del prolungamento di un anno del contratto con un adeguamento economico, oppure decide di andarsene, accettando l'offerta di accordo biennale dell'Empoli che gli è stata prospettata venerdì durante l'incontro in Toscana con il presidente Corsi, che ha confermato che Dionisi è uno dei prospetti che sta seguendo. Da venerdì non si sono però registrate novità, anche se Dionisi sarebbe stato "contagiato" dalle prospettive tecniche portate sul tavolo dai dirigenti dell'Empoli. «Né Dionisi ci ha chiesto la risoluzione del contratto», ha spiegato ieri il direttore sportivo Mattia Collauto, «né siamo stati contattati da qualche dirigente dell'Empoli, e nemmeno il tecnico ha dato una risposta alla nostra proposta. Se Dionisi vuole andar via, deve comunicarcelo, visto che è sotto contratto con il Venezia fino al 2021».
I rumors che provengono dalla Toscana danno il tecnico di Abbadia San Salvatore più vicino all'Empoli che al Venezia, ma Dionisi non può andarsene senza passare per il club arancioneroverde. «Noi siamo corretti e lo saremo sempre», ha aggiunto Mattia Collauto, «ma non siamo né stupidi né sprovveduti». Al momento si registra il silenzio del tecnico senese e dell'Empoli, come se volessero che fosse il Venezia a chiedere chiarimenti sulla questione, a fare il primo passo. «Per noi Dionisi è il nostro allenatore, il presidente Niederauer e tutti noi abbiamo grande stima nei suoi confronti, ma non siamo intenzionati ad aspettare all'infinito, anche perché tra dieci giorni ci sarà il ritiro e il futuro del Venezia viene prima di tutto e di tutti». Oggi ci potrebbe essere la schiarita tanto attesa: se Dionisi chiedesse di andare all'Empoli, il Venezia non lo obbligherebbe a rispettare il contratto, ma l'uscita avrà un costo, come un costo c'è stato un anno fa per il Venezia quando ha preso Dionisi dall'Imolese. E la sensazione è che più passano i giorni e più questo costo aumenti.
Come è altrettanto vero che il Venezia non si farà trovare spiazzato dall'eventuale decisione di Dionisi di andarsene. «La priorità del Venezia è l'allenatore», ha ammesso Mattia Collauto, «tutto il resto, l'allestimento della squadra compreso, viene in seconda battuta. Siamo a ridosso della nuova stagione, non possiamo aspettare ancora molto. Esiste già un nucleo di giocatori su cui fare affidamento, ma la nuova rosa vogliamo allestirla insieme all'allenatore». Marcolini, Calori e Paolo Zanetti rimangono al momento le alternative a Dionisi, ma se ne aggiungeranno altri alla lista, e il problema è che il campionato è ancora in corso con la disputa di playoff e playout.
Il Venezia proverà a trovare un'intesa con l'Inter per Samuele Longo e, quando ci sarà la schiarita sull'allenatore, sarà fatto un tentativo con Cristian Molinaro, giocatore che è stato apprezzato per serietà e professionalità, anche se sull'out sinistro ritornerà disponibile Felicioli, che fino al grave infortunio di Cosenza è stato uno dei migliori nella fase iniziale del campionato. Tra i giocatori in prestito, gli arancioneroverdi non vorrebbero privarsi di Ceccaroni e Casale, ma devono fare i conti con Spezia (in semifinale dei playoff contro il Chievo) e Verona, proprietari del cartellino. Vacca è tentato da Catania e, soprattutto, Triestina, non sono pervenute offerte per Lezzerini, Maleh e Aramu, tre dei giocatori che hanno avuto il rendimento più alto nel corso della stagione. Di Mariano ritornerà dal prestito alla Juve Stabia, visto che i campani sono retrocessi in Serie C e la sua permanenza con le Vespe era subordinata alla salvezza, Filippo Serena e Cigagna rientreranno dal Pontedera, lo scozzese St Clair dal Kilmarnok, mentre Riccardo Bocalon è ancora impegnato nei playoff con il Pordenone. Tanti nodi da sciogliere, quindi e non sono pochi per il nuovo direttore sportivo, Mattia Collauto.
Il lavoro non manca. Tanti tasselli da completare per formare un Venezia competitivo. Tutta la dirigenza è concentrata sull'allestimento di un organico che posa garantirsi la permanenza in Serie B.
RITIRO Questione di dettagli e poi il Venezia ufficializzerà la località dove effettuerà il ritiro precampionato: dopo 8 anni gli arancioneroverdi ritorneranno in Cadore. Nel 2012 il Venezia di Diego Zanin soggiornò a Pieve di Cadore, al termine di quella stagione arrivò la promozione. --
«A me e a Poggi è stata affidata
una parte importante del club»
E' arrivato tardi al Venezia, solo nel 2004, dopo aver girovagato l'Italia da calciatore con le maglie di Torino, Como, Atletico Catania, Cremonese e Bari, dopo aver tirato i primi calci da bambino tra Saccafisola, Mestrina e Montebelluna. E da sedici anni Mattia Collauto e il Venezia hanno rappresentato un binomio quasi indissolubile. Quarantasette anni da compiere il 10 novembre, veneziano della Giudecca, Collauto ha giocato per 8 anni di fila in arancioneroverde, passando attraverso due fallimenti (2005 e 2009), collezionando 238 presenze con il Venezia (la duecentesima domenica 31 ottobre 2010 al Penzo contro la Sanvitese) tra il 14 novembre 2004, quando Julio Ribas lo mandò in campo a Torino contro i granata (1-1), all'inizio della ripresa, e il 26 maggio 2012 quando, dopo la promozione in Seconda Divisione, conquista, pur non giocando, a Gubbio il titolo italiano dilettanti contro il Teramo, mentre nel 2006 aveva guidato da capitano il Venezia alla promozione in Prima Divisione. Due mesi dopo, il 18 luglio, Mattia Collauto annunciò il ritiro dal campo nella sede del municipio di Mestre, circondato da dirigenti, compagni di squadra e tifosi, due anni dopo diventerà il responsabile del settore giovanile arancioneroverde, carica alla quale era stato riconfermato per un quadriennio nell'estate del 2018.
E adesso si ritrova nello stesso ruolo che è stato, tra gli altri, di Riccardo Sogliano, Beppe Marotta, Gianni Di Marzio, Andrea Seno e Giorgio Perinetti. «Sono felice, ma lo ero anche un mese fa», ha sottolineato il nuovo direttore sportivo del Venezia, «lo sono da tanti anni. Ho avuto l'onore e la fortuna di far parte di questo club prima da calciatore e poi in altre vesti. Adesso è stata affidata a me e a Poggi una parte importante della società, dovremo prendere delle decisioni importanti. Non mi spaventa nulla perché amo questa società, perché non credo sia importante il ruolo nel club, ma quello che posso dare al club. Non la considero una opportunità, ma la continuità del mio lavoro per questa società». Come ha sottolineato anche il presidente Niederauer, il Venezia darà più spazio ai ragazzi del proprio settore giovanile.«Riusciremo probabilmente a dare continuità con il lavoro svolto negli ultimi anni con il vivaio, un lavoro che secondo me è stato straordinario e che probabilmente non è stato promosso nel modo giusto perché è un lavoro che parte dall'Academy e arriva alle squadre maggiori.
Non è stato solo un lavoro sul piano tecnico, ma anche di identità e di mentalità. Credo che questa sia l'occasione giusta per compiere uno step in più, essere finalmente un'unica entità. Io sarò quindi il direttore sportivo del Venezia e non solo della prima squadra, ed è una cosa diversa. Credo che il presidente Niederauer abbia capito il lavoro che è stato fatto nel corso degli anni». --M.C.

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