Venezia FC: Il Gazzettino - Il piano ripartire a Maggio

L'input ormai è chiaro: cercare di ripartire e, soprattutto, di finire. Sprazzi di normalità la regala Lukaku che, ieri, ha riattizzato la rivalità Inter-Juve: «La salute viene prima di ogni cosa. Perché dobbiamo giocare se nel mondo c'è gente che rischia la vita? Eppure è necessario che il giocatore della Juve sia positivo affinché il calcio si fermi: è normale tutto ciò? No, non è normale». Il calcio incassa la nuova sospensione alla ripresa degli allenamenti fino al 13 aprile, ma non vuole gettare la spugna per tante ragioni e, probabilmente, quella prettamente sportiva non è la più pressante. La priorità la detta il rischio del tracollo economico e, in prospettiva, il dover fronteggiare le cause legali che inevitabilmente avanzerà chi si riterrà danneggiato da un'eventuale sospensione. La Serie A smuove interessi enormi. Basta dare uno sguardo allo tsunami che sta montando sul versante dei diritti televisivi. In Francia Canal Plus ha fatto sapere alla Ligue 1 di non voler pagare la rata di aprile (110 milioni) che scade lunedì. Dello stesso tenore anche il messaggio di BeIn Sport: stop alla tranche da 42 milioni. La musica non cambia in Premier League inglese, campionato pagato da Sky Uk e Bt Sport qualcosa come più di 5 miliardi di euro per il triennio 2019-2022 (e si capisce perché l'Huddersfield retrocesso lo scorso anno abbia incassato dalle tv più della Juve...). In Inghilterra le due emittenti avrebbero già sospeso i pagamenti in attesa di capire cosa sarà delle 92 partite che mancano alla fine. In Italia la prossima scadenza è fissata al 1° maggio: finora sono state giocate 257 partite, le restanti 124 valgono oltre 300 milioni. Sky (che ha aperto a tutti gli abbonati il suo bouquet) e Dazn (che sta offrendo un mese gratis ai suoi clienti) sono alla finestra. Scudetto in pole position, quindi, ma anche serie B, serie C e lo sterminato mondo dei Dilettanti.
CAMMINO IN SALITA
Di questo e (molto) altro il presidente della Figc Gravina ha parlato ieri con il ministro dello Sport Spadafora, che sulla sua pagina Facebook ieri ha annunciato un «piano straordinario» per far ripartire lo sport a maggio. Confermato, quindi, che è maggio il mese in cui soprattutto il calcio conta di poter tornare in campo. Il calcolo è presto fatto. Giocando mercoledì 20 i quattro recuperi della 25ª giornata e riprendendo il filo con la 27ª giornata domenica 24 maggio, scendendo in campo mercoledì e domenica si riuscirebbe a chiudere mercoledì 1° luglio. Appena un giorno dopo la scadenza naturale della stagione. Questa nella più favorevole delle ipotesi.
SETTE IN ISOLAMENTO
Oggi alle 15 se ne parlerà nella conference call organizzata dalla Lega (ancora distante l'accordo con l'Aic per il taglio stipendi: club a 4 mensilità, calciatori fermi a una), dove però c'è chi dice no. Come Cellino, presidente del Brescia («sono disposto a non schierare la squadra per rispetto dei cittadini di Brescia e dei loro cari che non ci sono più») e Ferrero patron della Samp. Nei giorni scorsi si era espresso negativamente anche Cairo del Torino, mentre Juve e Inter con i loro comportamenti (stranieri lasciati liberi di tornare nel loro Paese e, per quanto riguarda i bianconeri, taglio degli stipendi) hanno fatto intendere di essere pronte a metterci una pietra sopra. Le incognite restano e sono pesanti come macigni. Prima di tutto bisognerà vedere come evolverà la pandemia nel nostro Paese. A oggi, però, già si può dire che le 7 squadre della zona rossa, ovvero Atalanta, Brescia, Milan, Inter, Parma, Sassuolo e Bologna, avranno difficoltà ad ospitare i match casalinghi e anche a recarsi in trasferta. Problema risolvibile solo con l'esilio volontario delle squadre in altre zone d'Italia. Basterebbe anche solo un'altra settimana di stop per complicare, di molto, la situazione.
Romolo Buffoni

IL CALCIO CI PROVA IN ESTATE
Le amichevoli estive, intese come sgambate di avvicinamento alle partite vere, sono destinate a diventare solo un ricordo. Per il Venezia e per tutti i club del calcio professionistico, infatti, l'ultima folle prospettiva è quella di dover scendere in campo a giugno, luglio e se necessario ad agosto pur di portare al traguardo la Serie B 2019/20.
Un campionato bloccato ormai da quasi un mese per gli arancioneroverdi dall'1-3 del 7 marzo scorso al Penzo col Crotone come pure gli allenamenti che nell'ipotesi più ottimistica potrebbero riprendere tra un mese all'inizio di maggio.
Tutto dipende chiaramente dall'evoluzione dell'emergenza sanitaria dovuta al dilagante contagio da Covid-19, premessa scontata ma oltre la quale si stanno proiettando tutti i massimi dirigenti del pallone, a maggior ragione dopo che oltre all'Europeo 2020 (posticipato al 2021) la Uefa ha cancellato anche tutte le partite delle Nazionali rinviandole dall'estate all'autunno.
Una strada spianata alle varie Federazioni europee per far ripartire i propri tornei professionistici allontanando l'eventualità di annullarli, con conseguenti forzature per stabilire i vari verdetti dallo scudetto alle promozioni e retrocessioni.
PREPARAZIONE
In teoria, dunque, il Venezia potrebbe riprendere la preparazione tra un mese, con a disposizione tre settimane per farsi trovare pronto nell'ultima decade di maggio con la prima delle restanti 8 giornate della Serie B, che da regolamento dovrebbe concludersi con i playoff per individuare la terza promossa in A e i playout per la quarta retrocessione in C.
La sensazione ad ogni modo è che il circo del calcio italiano ripetutamente inquadrato dal presidente della Federcalcio Gabriele Gravina come la terza azienda d'Italia per impatto sul tessuto economico coronavirus permettendo farà l'impossibile per rimettersi in moto, contro tutto e tutti come se nulla fosse, poco importa se in stadi ancora a porte chiuse e senza tifosi sugli spalti.
Il caos è appena cominciato, con i presidenti di Serie A su posizioni diametralmente opposte e sul tavolo le minacce già esternate da chi (vedi Brescia e Sampdoria) considera la stagione 2019/20 conclusa e senza margini di risurrezione. In questo quadro la Serie B sta giocoforza un passo indietro, le big Benevento e Frosinone spingono per tornare a giocare per centrare il ritorno nel massimo campionato, quasi tutte le altre invece Venezia compreso sarebbero favorevoli a scendere in pista ma solo nella prossima stagione. Tanti del resto i nodi da sciogliere, in primis sul fronte stipendi e contratti: giusto ieri sera dirigenti e giocatori lagunari hanno iniziato a discutere in conference call di eventuali tagli data la sospensione della B, mentre dai vertici di Figc e Assocalciatori dovranno prima o poi giungere indicazioni su come aggiustare e far valere i contratti (in scadenza al 30 giugno) in caso di campionato realmente prolungato nei mesi estivi.
Marco De Lazzari

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