Venezia FC: La cavalcata di Tacopina
Bussò
alla porta del sindaco Luigi Brugnaro in una mattinata caldissima di
giugno, quando il vecchio Venezia di Yuri Korablin, poi purtroppo
deceduto, era già agonizzante. Si presentò accompagnato da un
interprete e ci mise mezz’ora a convincere il primo cittadino che
era lui la salvezza per il vecchio leone ormai allo strenuo delle
forze. Aveva soldi, idee, un progetto che guardava lontano, voleva
costruire uno stadio e aveva già i finanziatori e i finanziamenti in
mano. Joe Tacopina, brillante avvocato newyorkese classe 1966, aveva
un’idea fissa scolpita nella mente. Voleva sfruttare il marchio
Venezia non solo in Italia, ma nel mondo, rilanciarlo e riportarlo ai
fasti dell’era Zamparini. E così ha fatto: ha trovato macerie
ovunque, una tifoseria spaccata, un’altra società che rivendicava
il nome Venezia a ronzargli attorno e la Figc gli ha dato ragione, il
Mestre che nel frattempo si stava rialzando, ha ricostruito in poche
settimane dalle ceneri una realtà caduta in frantumi, ha scelto uno
dei migliori direttori sportivi su piazza quando ci sono soldi come
Giorgio Perinetti, ha riportato immediatamente la squadra fra i
professionisti. Ha fatto di tutto, ma proprio di tutto, non solo
finanziariamente, per prendere il meglio possibile e per metterlo
nella condizioni di rendere. Ha puntato su un allenatore di nome
(Filippo Inzaghi) e d’immagine da sfruttare in tutto il mondo e ne
ha ricavato quanto segue: 77 punti, 24 vittorie su 33 partite, un
ruolino di marcia impeccabile, una squadra pronta a stappare
champagne sabato pomeriggio al Penzo, vecchio catino ormai vetusto e
pronto per la pensione. Ha battuto tutte le concorrenti, ha comandato
in casa altrui (Parma, Padova, Reggio Emilia), ha rilanciato la
società a tutti i livelli. E adesso si gode il trionfo ormai
imminente con la Serie B in arrivo, mettendo da parte pure la
scaramanzia (….) Ha messo soldi, tanti soldi, ma non solo. In ogni
mossa c’era sempre la sensazione che sapesse quello che faceva. Ha
girato per l’Europa per studiare tutte le soluzioni migliori per il
futuro stadio, ha esaminato opportunità, strutture, ha allacciato
una collaborazione con l’Anderlecht e ha firmato un patto
imprescindibile con Brugnaro. Che sa di non potersi far scappare
questa occasione, perché un’altra così non ci sarà più. (….)
Dicono che sia un maestro nell’attrarre capitali e il curriculum
non mente: ha salvato la Roma quando era con un piede e mezzo nel
precipizio portando prima Di Benedetto e poi Pallotta, ha fatto lo
stesso con il Bologna e l’ha riportato in Serie A assieme a Saputo.
Gli manca il Venezia. C’è tempo per vincere anche questa
scommessa, forse la più difficile.
(dal
Corriere del Veneto di oggi)
Commenti
Posta un commento